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Rinnovabili: in USA sconti sui terreni federali mentre Tokyo punta sui campi

L'amministrazione Biden è pronta a ridurre costi di locazione e tasse per i nuovi progetti sul suolo pubblico. Punta invece su campi, discariche e bacini idrici il nuovo programma di incentivi presentato dal governo giapponese

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Nuove misure pro rinnovabili in Giappone e Stati Uniti

(Rinnovabili.it) – Come stimolare la crescita degli impianti rinnovabili? Per il governo statunitense una delle strade da percorrere sarà quella di attrarre gli investimenti sui terreni federali. Con l’obiettivo di riuscire a far installare almeno 25 GW verdi entro il 2025. Una capacità sufficiente ad alimentare circa 4,75 milioni di abitazioni. Ecco perché il Dipartimento degli interni (DoI) ha annunciato oggi d’essere pronto a ridurre i costi dei nuovi progetti eolici e solari su suolo pubblico.

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L’intervento, secondo quanto rivelato dallo stesso DoI, dimezzerebbe gli attuali canoni di locazione e relative tasse federali per i nuovi impianti rinnovabili. L’amministrazione Biden ha anche fatto sapere di voler accelerare gli iter burocratici. Come? Aumentando il numero di persone che elaborano le revisioni ambientali e le domande di autorizzazione per i progetti. Nel dettaglio il Dipartimento creerà nei prossimi mesi cinque uffici di coordinamento a Washington, Arizona, California, Nevada e Utah, a cui spetterà il compito, tra le altre cose, di migliorare la cooperazione con altre agenzie federali come l’Agenzia per la protezione dell’ambiente e i Dipartimenti dell’Agricoltura, dell’Energia e della Difesa.

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Incrementare la quota di energia pulita è anche uno degli obiettivi del Giappone che sceglie invece di incentivare lo sviluppo di impianti su nuove aree. Nel dettaglio, lo scorso 17 maggio, il Ministero dell’Ambiente ha annunciato che introdurrà uno nuovo schema di bonus a sostegno dei sistemi fotovoltaici e batterie su terreni agricoli, stagni e discariche. I contributi previsti copriranno la metà delle spese iniziali dei progetti entro un massimo di 300 milioni di yen (2,2 milioni di euro). Per beneficiare delle risorse, tuttavia, gli impianti dovranno essere in autoconsumo, senza dunque la possibilità di vendere l’energia nell’ambito dei programmi incentivanti feed-in-tariff o feed-in-premium.