Nel complesso gli sforzi profusi dai Ventisette hanno fatto centro. A livello comunitario, il blocco ha sovraperformato ponendo ben oltre gli obiettivi sperati.
Le rinnovabili europee e le performance nazionali al 20202
(Rinnovabili.it) – Nello scorso decennio le rinnovabili europee hanno regalato risultati migliori del previsto. Tuttavia le performance nazionali non sono state uguali. Nel tragitto verso l’obiettivo 2020, alcuni paesi hanno corso, altri camminato e altri ancora preso delle scorciatoie (legali). Ed uno in particolare ha semplicemente fallito. A rivelarlo sono i nuovi dati pubblicati stamane da Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea.
Diventare il primo continente climaticamente entro il 2050 è l’obiettivo alla base del Green Deal europeo, l’ambizioso pacchetto di misure che dovrebbe traghettare l’Unione europea all’interno della transizione ecologica. Ma prima del patto verde e dei suoi strumenti operativi (la legge sul clima e Fit for 55 package) e prima del suo padre putativo, il “Pacchetto energia pulita per tutti gli europei” del 2016, il Blocco si era misurato su altri obiettivi. Parliamo del cosiddetto Pacchetto clima-energia 20-20-20, lanciato a giugno del 2009. Un insieme di direttive e regolamenti che, per la prima volta nel Vecchio continente, fissava dei target nazionali nella lotta al climate change. Uno per la riduzione delle emissioni di CO2, uno per la quota di rinnovabili nei consumi, uno per l’efficienza energetica.
Nel complesso gli sforzi profusi dai Ventisette hanno fatto centro. A livello comunitario, il blocco ha sovraperformato ponendo ben oltre gli obiettivi sperati. Ma guardando da vicino non tutti gli Stati membri hanno riversato nell’impresa lo stesso impegno. Lo dimostra il targat 2020 sulle rinnovabili europee. A fine decennio le rinnovabili europee avevano raggiunto una quota del 22% nel mix UE. Due punti percentuali in più rispetto al target comunitario come previsto dalla direttiva 2009/28/CE. “Si tratta di un risultato importante e di un’importante pietra miliare nel percorso dell’UE verso la neutralità climatica entro il 2050“, spiega Eurostat.
Analizzando invece gli obiettivi nazionali si scopre come solo 26 Stati membri su 27 li abbiano raggiunti (o superati). Alcuni paesi hanno dovuto ricorrere ai trasferimenti statistici per raggiungere la propria meta. Altri sono andati ben oltre il target 2020 come Svezia, Croazia (entrambi +11 punti percentuali in più) e Bulgaria (+7 punti percentuali). Anche l’Italia ha fatto del suo meglio, superando il proprio target di ben 3,4 punti. Chi non ce l’ha fatta? La Francia che ha concluso il decennio con un gap di ben 3,9 punti percentuali.
In questo contesto Eurostat rivela anche un altro dato. Con oltre la metà del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili, nel 2020 la Svezia (60%) è stato il paese con la più alta quota verde nell’UE, davanti a Finlandia (44%) e Lettonia (42%).