Rinnovabili

Rinnovabili ed efficienza per liberare l’Italia dall’energia fossile russa entro il 2030

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Foto di Boke9a da Pixabay

di Vittorio Marletto e Enrico Gagliano

Mentre prosegue sempre più sanguinosa la guerra di aggressione russa all’Ucraina, proseguono anche i grandi flussi di energia fossile che dalla Russia raggiungono l’Italia, accompagnati nel verso opposto da altrettanto imponenti flussi di denaro che inevitabilmente va anche a finanziare lo sforzo bellico di Putin. Secondo i dati divulgati da Italy for climate i consumi italiani di energia nel 2021 erano coperti da percentuali rilevanti di gas (40% del totale), carbone (52%) e petrolio (12%) di origine russa.

A fronte di questa situazione incresciosa le mosse del Governo si sono indirizzate soprattutto a consentire la realizzazione di nuove infrastrutture per il gas (rigassificatori e gasdotti), il cui costo graverà sulle bollette, e a cercare fonti fossili alternative in previsione del possibile calo o blocco delle forniture russe, calo che secondo le notizie più recenti si sta già verificando, come evidente ritorsione per il sostegno europeo alla resistenza ucraina.

Le misure di sostegno varate negli ultimi mesi dal Governo (in primis il taglio delle aliquote Iva sui prezzi energetici ed i crediti di imposta a favore degli energivori) costituiscono di fatto nuovi sussidi alle fonti fossili (pari a 41 miliardi di dollari l’anno secondo il Fondo monetario internazionale). Esse mantengono artificialmente bassi i prezzi dell’energia e non favoriscono quindi gli investimenti in efficienza energetica e rinnovabili. Non si hanno invece notizie circa il piano di uscita dai Sad (sussidi ambientalmente dannosi) che il Ministero della transizione ecologica avrebbe dovuto presentare entro metà anno.

In questi giorni di inizio estate stiamo anche assistendo sgomenti alla realizzazione di alcune tra le più fosche previsione dei modelli climatici, dato che il nord Italia è nella morsa di una impressionante siccità, conseguente alla virtuale assenza di nevicate invernali sulle Alpi italiane e alle scarsissime precipitazioni primaverili in Piemonte, con conseguenze drammatiche sul deflusso fluviale del Po, sulla disponibilità di acqua irrigua e in alcuni casi persino con il razionamento dell’acqua potabile.

Le politiche in corso di attivazione hanno il solito sapore emergenziale, con ristori in denaro agli agricoltori che lamentano gravi perdite produttive e deroghe ai limiti di prelievo da corsi d’acqua già allo stremo. Manca purtroppo una visione strategica che dovrebbe prevedere a nostro avviso il cambiamento radicale del modo di produrre e consumare l’energia, oltre ad una seria revisione dei nostri modi di coltivare e in generale di consumare l’acqua.

In particolare sul tema dell’energia e dei cambiamenti drastici necessari per uscire dalla dipendenza fossile e dal conseguente peggioramento climatico il gruppo Energia per l’Italia ha elaborato alcune proposte tese a sostituire con efficienza e fonti rinnovabili proprio quel grande flusso di prodotti energetici carichi di carbonio (e di sangue) provenienti dalla Russia.

Prendiamo ad esempio il petrolio, che per circa due terzi diventa carburante per le automobili: in Italia ogni anno vengono acquistate oltre un milione e mezzo di auto tradizionali, e solo poche decine di migliaia di auto elettriche a batteria. E’ cruciale che questi numeri cambino rapidamente e drasticamente. In particolare abbiamo calcolato che se da oggi al 2030 gli italiani comprassero 3 milioni di nuove auto elettriche, invece di quelle “a petrolio”, la dipendenza dalla Russia nel settore petrolifero andrebbe quasi a zero, con conseguenti forti miglioramenti anche nell’efficienza energetica (com’è noto il rendimento di un motore elettrico sfiora il 95%, mentre i migliori motori termici non arrivano al 30%). Queste nuove auto elettriche andrebbero naturalmente ricaricate a rinnovabili e la soluzione più semplice sarebbe accompagnare l’auto con l’installazione di 3 o 4 chilowatt fotovoltaici sulle abitazioni dei proprietari. Quindi avremmo 3 milioni di nuovi impianti fv domestici per caricare altrettante auto a casa (o sul luogo di lavoro ove possibile).

Più complesso è aggredire le enormi importazioni di gas, destinate sia al riscaldamento domestico che alla produzione termoelettrica (quest’ultima è anche la destinazione del carbone). Per quanto attiene al domestico abbiamo calcolato che se venissero adeguatamente coibentate 3,5 milioni di abitazioni (sui 19 milioni totali) di qui al 2030 sarebbe possibile eliminare altrettante caldaie a gas, da sostituirsi con le molto più efficienti pompe di calore elettriche, anch’esse alimentate con impianto fv domestico.

Il settore della grande produzione elettrica vede oggi circa 53 terawattora generati da fonti fossili russe (gas e carbone), pari al 19% sul totale di 280 TWh. Questa fetta rilevante di elettricità dovrebbe essere invece prodotta con il sole e il vento, portando i livelli attuali di eolico e solare (rispettivamente 11 e 22 gigawatt di picco) ad un raddoppio di qui al 2030. La fattibilità di questa parziale transizione è testimoniata dalle recenti affermazioni di Confindustria (Elettricità futura) che chiede a gran voce autorizzazioni rapide per procedere a nuove installazioni fotovoltaiche ed eoliche (terrestri e marine) a grande scala.

La riconversione alle rinnovabili e all’efficienza per 3 milioni di auto, 3,5 milioni di abitazioni e 53 TWh di produzione elettrica porterebbe naturalmente ad una drastica diminuzione delle emissioni di carbonio, che stimiamo prudenzialmente pari ad almeno 27,5 milioni di tonnellate CO2/anno dal 2030 in poi. Tutto ciò senza alcun ricorso al nucleare o alle biomasse, ma solo mettendo rapidamente a frutto il grande potenziale che la natura ci offre come sole e vento, e riducendo in parte il grande sperpero di energia fossile che caratterizza la nostra società.

Lo studio completo, che ha recentemente ottenuto l’approvazione ed il sostegno di uno scienziato come Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica 2021, è disponibile sul sito del gruppo scientifico Energia per l’Italia (www.energiaperlitalia.it) coordinato dal prof. Vincenzo Balzani.

di Vittorio Marletto e Enrico Gagliano, Energia per l’Italia

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