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La Cina fissa obiettivi regionali per le rinnovabili nel mix elettrico

Il documento dell’Amministrazione dell’energia cinese visto in anteprima da Reuters. Pechino punta su eolico e solare, l’idroelettrico non è prioritario. Così Xi Jinping continua la sua lenta lotta al carbone

Rinnovabili: la Cina fa spazio a eolico e solare nel mix elettrico
Nella foto: parco eolico nello Sinkiang cinese. Credits: depositphotos.com

La quota di rinnovabili al 2030 dev’essere almeno del 40% su base regionale

(Rinnovabili.it) – Obiettivi precisi sulle rinnovabili nel mix elettrico per le società elettriche regionali. Con l’obbligo di acquistare almeno il 40% di elettricità da fonti non fossili entro il 2030. Così il governo cinese prova a schiacciare il piede sull’acceleratore della transizione energetica per rispettare l’impegno della neutralità climatica al 2060 e del picco emissivo entro il 2030.

La misura non è ancora approvata in via ufficiale, ma è presente in una bozza di documento preparato dalla Nea, la National Energy Administration cinese. Lo riporta l’agenzia Reuters, che ha visto una copia del documento sul mix elettrico e ne ha verificato l’autenticità tramite altre fonti.

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“Per garantire che gli obiettivi climatici del presidente Xi … (la Cina) fisserà obiettivi più rigorosi per il consumo di combustibili non fossili”, si legge nel documento della Nea. La quota di elettricità generata da fonti rinnovabili, per ciascuna delle reti regionali cinesi, deve quindi crescere di oltre il 10% in 10 anni, partendo dal 28,2% del 2020.

Il documento della Nea dà poi un’altra informazione importante: Pechino punterà su eolico e solare, spingendo meno sul grande idroelettrico. Si ribilancerà quindi il trend degli ultimi anni, che ha portato la Cina ad avere più di 350GW di capacità installata di idroelettrico (un quarto dell’intera capacità globale), pari al 18% della generazione di energia elettrica annuale del paese. Stando al documento, infatti, l’energia ottenuta da fonti rinnovabili non idroelettriche dovrà raggiungere un minimo del 25,9% entro il 2030, rispetto al 10,8% del 2020.

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Con questa norma Xi Jinping prova a dare un’altra spallata al carbone. Le compagnie elettriche regionali, infatti, sono state spesso accusate in passato di favorire l’acquisto di elettricità generata da carbone, invece che da fonti rinnovabili. Fissare degli obiettivi dettagliati, non più soltanto a livello nazionale, permette a Pechino di aumentare la pressione sulle autorità locali, generalmente restie ad abbandonare le fonti fossili per timore di subire un tracollo economico.

Fonte: elaborazione Reuters