Rinnovabili

L’UE fa all-in sulla rimozione di carbonio: vuole 450 mln t CO2 l’anno entro il 2050

Rimozione di carbonio: l’UE punta a 450 mln t CO2 l’anno
Foto di Jas Min su Unsplash

Le tecnologie per la cattura diretta dall’aria dovranno coprire 100-200 MtCO2 l’anno

(Rinnovabili.it) – Almeno 450 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. È l’obiettivo comunitario per la rimozione di carbonio a cui la Commissione Europea punta per raggiungere i target di neutralità climatica al 2050. Una quantità di emissioni superiore a quelle generate ogni anno dall’Italia. Nonostante le tecnologie per la carbon removal siano ancora immature. La cifra è indicata nella bozza di strategia sulla Gestione industriale del carbonio che Bruxelles dovrebbe presentare il prossimo 6 febbraio.

“Raggiungere la neutralità climatica dell’intera economia entro il 2050 richiederà la rimozione di carbonio per controbilanciare le emissioni residue dei settori difficili da abbattere all’interno dell’UE al più tardi entro il 2050 e per ottenere successivamente emissioni negative”, si legge nella bozza anticipata da Bloomberg. L’obiettivo a cui mira Bruxelles è 9 volte maggiore della capacità attuale a livello mondiale di stoccaggio della CO2.

CCS, DAC e certificazioni per la rimozione di carbonio UE

Come avverrà la rimozione di carbonio nel dettaglio, secondo i piani della Commissione? Al settore energetico è richiesto di sviluppare una capacità di sequestro e stoccaggio della CO2 superiore a 100 milioni di tonnellate l’anno entro metà secolo. Questa quota può essere raggiunta con le tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage). È previsto anche il ricorso alla cattura con successivo riutilizzo del carbonio in combustibili sintetici.

Mentre tra le 100 e le 200 milioni di tonnellate di CO2 dovrebbero essere catturate direttamente dall’atmosfera tramite tecnologie DAC (Direct Air Capture). L’UE prevede che questo secondo tipo di rimozioni possa generare dei crediti specifici e nel 2022 ha adottato uno schema per queste certificazioni (il cui iter legislativo è ancora in corso).

“Le possibilità teoriche di stoccaggio geologico sono state mappate in molti Stati membri, ma questi siti ora devono essere trasformati in capacità bancabili di stoccaggio della CO2”, si legge nella bozza. “Ciò richiede non solo investimenti, ma anche un’ampia comprensione da parte del pubblico del fatto che lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo può essere una soluzione climatica affidabile e un business case redditizio. Richiede inoltre la realizzazione di infrastrutture per il trasporto della CO2”.

Exit mobile version