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L’Europa sta compiendo un grande errore sulla rimozione della CO2

Rimozione della CO2: l’UE ha bisogno di una strategia dedicata
via depositphotos.com

L’UE non riuscirà a ottenere emissioni nette zero se non distingue per tempo i diversi tipi di rimozione della CO2. Finora, tutti gli obiettivi fissati da Bruxelles assimilano tecniche anche molto distanti, e soprattutto con gradi di efficacia diversi. Eppure, più si avvicinano i traguardi al 2030 e al 2050, più diventa necessario chiarire come l’Europa pensa di ridurre le emissioni attuali e controbilanciare quelle residue una volta tagliato tutto il tagliabile.

“Nel breve termine, le rimozioni di carbonio possono integrare la riduzione delle emissioni abbassando le emissioni nette e controbilanciando le emissioni residue”, scrive CarbonMarketWatch in un rapporto dedicato al futuro della rimozione della CO2 in UE, preparato con un processo di co-creazione che ha coinvolto decine di esperti, rappresentanti della società civile e dell’industria. “Tuttavia, l’attuale approccio ai metodi di rimozione del carbonio trascura in modo inappropriato le loro diverse caratteristiche e potenzialità”. È necessaria una “ulteriore differenziazione” fra due tipi di soluzioni.

Da un lato il sequestro biogenico e lo stoccaggio in pozzi naturali, che sono vulnerabili alle interferenze naturali e umane e quindi hanno “solo un effetto temporaneo”. Dall’altro le tecniche di rimozione permanente, che possono invece stoccare carbonio “per almeno diversi secoli”.

Gli emendamenti alla Legge Clima UE sulla rimozione della CO2

La proposta contenuta nel rapporto prende forma come una modifica alla Legge Clima UE. Da apportare contestualmente alla revisione delle politiche climatiche nel 2025, quando dovrebbe venir deciso in via definitiva l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni UE, con orizzonte 2040.

“Non solo la legge sul clima non menziona i diversi ruoli del sequestro biogenico tramite i pozzi naturali e delle rimozioni permanenti, ma non riesce nemmeno a determinare quante o quali tipi di rimozioni dovrebbero essere utilizzate per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, o quante emissioni residue saranno consentite a quel punto”, nota il rapporto.

Su questi assunti si basano le proposte di modifica del testo legislativo, presentate in modo puntuale. In sintesi, le modifiche principali riguardano:

La proposta di emendamento non suggerisce né un target complessivo per i tagli di gas serra al 2040, né obiettivi specifici per i diversi tipi di rimozione di CO2. Richiede che a Commissione UE definisca e quantifichi le emissioni residue accettate nel 2050 “tenendo conto dei criteri di disponibilità tecnologica e necessità sociale”. Per assicurare il raggiungimento dei nuovi obiettivi, l’esecutivo UE dovrebbe adottare “una strategia dedicata per le rimozioni permanenti”.

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