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Rimozione di CO2 integrata nel sistema ETS. Responsabilità estesa per chi inquina, con obbligo di contribuire alla rimozione dei propri gas serra. Obiettivi legalmente vincolanti e separati per la CO2 catturata tramite soluzioni basate sulla natura e per quella rimossa con dispositivi tecnologici. Nuovi strumenti di pricing per incentivare il ripristino della natura e la conseguente capacità degli ecosistemi di sequestrare anidride carbonica.
Sono le raccomandazioni formulate dallo European Scientific Advisory Board on Climate Change nel rapporto ‘Scaling up carbon dioxide removals – Recommendations for navigating opportunities and risks in the EU’, rilasciato il 21 febbraio.
L’Advisory Board è un organismo tecnico indipendente con compiti consultivi. I cui rapporti costituiscono spesso la base di partenza per le principali politiche europee sul clima. Da questo ente, ad esempio, arriva la raccomandazione di fissare come obiettivo intermedio al 2040 un taglio delle emissioni di gas serra di almeno il 90%, fatto proprio dalla Commissione.
Quest’ultimo, corposo rapporto è dedicato ad un aspetto altrettanto delicato: lo sviluppo, su scala adeguata, della capacità di rimozione di CO2 (carbon dioxide removal, CDR) necessaria per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. E raggiungere emissioni negative subito dopo.
“Per raggiungere i suoi obiettivi climatici, l’UE deve aumentare rapidamente le rimozioni di anidride carbonica perseguendo al contempo tagli profondi alle emissioni. Con i giusti incentivi, un mix di politiche dinamiche può accelerare l’innovazione e rafforzare la posizione dell’UE nella corsa globale per la leadership delle tecnologie pulite”, commenta Ottmar Edenhofer, presidente dell’Advisory Board.
Vediamo più in dettaglio quali sono le direttrici esplorate nelle 333 pagine del rapporto e cosa dovrebbe fare l’Unione Europea per accelerare sul fronte delle CDR.
Integrazione graduale delle rimozioni CO2 nel mercato del carbonio UE
L’Emissions Trading System (ETS) dell’UE è il principale strumento economico per ridurre le emissioni, ma finora ha escluso le rimozioni di CO2. Il rapporto propone una graduale integrazione delle rimozioni permanenti nel mercato ETS. Si tratta di permettere ai progetti di rimozione certificata di generare crediti scambiabili.
Come evitare “effetti collaterali”, cioè rendere meno appetibile lo sforzo di mitigazione? Il suggerimento è un’integrazione controllata, con limiti quantitativi e qualitativi. Servono criteri di permanenza e sostenibilità, e serve un’istituzione indipendente che decida la validità dei crediti.
Così si creerebbe un meccanismo finanziario stabile per scalare le rimozioni di CO2 tecnologiche e accelerare verso emissioni nette negative. Le CDR sarebbero un’opzione economicamente sostenibile su larga scala, sbloccando nuovi investimenti.
Responsabilità estesa degli emettitori
Uno dei punti più qualificanti del rapporto dell’Advisory Board è l’applicazione su larga scala del principio “chi inquina paga”, che innerva i trattati costitutivi dell’UE. Ed è presentato in modo compatibile con il nuovo centro di gravità delle politiche climatiche comunitarie, il binomio clima-competitività.
Oggi, il costo della rimozione del carbonio è sostenuto principalmente dai governi. Con il rischio che il peso economico ricada sulle generazioni future. Il rapporto propone di introdurre un principio di responsabilità estesa per gli emettitori (Extended Emitter Responsibility – EER). Scatterebbe l’obbligo per gli inquinatori di finanziare la rimozione della CO2 che immettono nell’atmosfera.
Come? Le opzioni sono diverse:
- obbligo di versare denaro in un deposito, che viene restituito una volta rimossa una certa quantità di CO2,
- una sorta di “certificato di rimozione”, integrato nel mercato del carbonio dell’UE,
- obblighi finanziari simili a debiti nel bilancio d’azienda.
La responsabilità estesa toglie parte del carico dalle risorse pubbliche e crea più incentivi per la decarbonizzazione industriale. Si avrebbe, quindi, un meccanismo che redistribuisce i costi della transizione climatica mentre stimola più investimenti e sviluppo di tecnologie pulite.
Accelerare l’innovazione nelle rimozioni di CO2
Le tecnologie di rimozione del carbonio, come DACCS e BECCS, sono ancora costose e poco sviluppate, ma saranno essenziali per raggiungere le emissioni negative. Il rapporto raccomanda di:
- rafforzare i finanziamenti per la ricerca e sviluppo,
- ampliare gli incentivi per l’adozione precoce delle tecnologie,
- realizzare l’infrastruttura per il trasporto e lo stoccaggio della CO2 (già programmata).
Oggi il supporto è frammentato e insufficiente, giudica il rapporto. Gli strumenti da usare sarebbero il budget di Horizon Europe e il Fondo per l’Innovazione.
Obiettivi separati per riduzione delle emissioni e rimozioni di CO2
Uno dei principali ostacoli alla neutralità climatica è il rischio che le rimozioni di CO2 vengano usate come scorciatoia per compensare le emissioni senza ridurle realmente alla fonte. Attualmente, l’UE non distingue chiaramente tra riduzione delle emissioni e rimozione del carbonio, il che può generare incentivi distorti e rallentare gli sforzi di mitigazione.
Il rapporto raccomanda di stabilire obiettivi vincolanti separati per:
- riduzioni delle emissioni,
- rimozioni temporanee (suolo, foreste),
- rimozioni permanenti (tecnologie come DACCS e BECCS).
Questa distinzione invierebbe un segnale chiaro agli investitori e ai governi, evitando che i crediti di rimozione vengano usati per ritardare la decarbonizzazione industriale. E si avrebbero più trasparenza nelle politiche climatiche e più prevedibilità per il mercato delle rimozioni.
Ripristino della capacità di assorbimento naturale del carbonio
I pozzi naturali di carbonio, come foreste e suoli, sono in declino a causa del cambiamento climatico e dell’uso intensivo del territorio. Misure come la legge sul ripristino della natura sono molto controverse e probabilmente non abbastanza efficaci.
Per superare questo ostacolo, il rapporto suggerisce di combinare:
- nuovi strumenti di pricing per premiare la gestione sostenibile del suolo e la riforestazione,
- regolamentazioni più rigide contro la deforestazione e l’uso insostenibile della biomassa.
Molte le proposte accennate dall’Advisory Board, tra cui:
- incentivi finanziari per gli agricoltori e i gestori forestali che adottano pratiche di sequestro del carbonio (carbon farming),
- la creazione di un mercato per i crediti di rimozione basati sulla natura,
- l’integrazione della rimozione del carbonio nelle politiche agricole dell’UE.
Leggi qui il rapporto dell’Advisory Board sulle soluzioni CDR