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Rigassificatore Piombino: Governo chiamato a fornire dettagli prima di decidere, approvata risoluzione Pd

Il gruppo del Partito democratico, richiamando anche la storia industriale dell’area di Piombino, non giudica adeguate le modalità adottate dal Governo riguardo alla decisione di individuare, senza la minima concertazione istituzionale, proprio quel territorio come sede di uno dei nuovi rigassificatori proposti dall’esecutivo nazionale

Il Consiglio regionale vota a maggioranza con 22 voti a favore, 11 astenuti e 1 no

Firenze – Al termine del lungo dibattito sulla comunicazione della Giunta – in merito all’ipotesi di posizionare un rigassificatore nel porto di Piombino ed alla situazione relativa alla infrastrutturazione, alle bonifiche ed alla reindustrializzazione dell’area siderurgica – l’Aula di palazzo del Pegaso ha votato a maggioranza la proposta di risoluzione del Partito democratico con 22 voti a favore, 12 astenuti e un voto contrario, quello del portavoce dell’opposizione Marco Landi.

Il gruppo del Partito democratico, richiamando anche la storia industriale dell’area di Piombino, non giudica adeguate le modalità adottate dal Governo riguardo alla decisione di individuare, senza la minima concertazione istituzionale, proprio quel territorio come sede di uno dei nuovi rigassificatori proposti dall’esecutivo nazionale. Da qui una proposta di risoluzione che impegna il Presidente della Giunta regionale “ad attivarsi tempestivamente, assieme alle istituzioni locali, le forze economiche e sociali del territorio, al fine di definire un progetto complessivo per il rilancio del territorio di Piombino da sottoporre al Governo che tenga insieme, come si è fatto nel tempo, i temi della rigenerazione produttiva, del risanamento ambientale e delle infrastrutture”. Nell’atto si chiede in particolare di affrontare il rilancio del settore siderurgico; la bonifica e il risanamento ambientale; la riconversione ecologica finalizzata a fare di Piombino un distretto delle rinnovabili; lo sviluppo dell’infrastrutturazione del territorio, compreso il tema del potenziamento e dell’accesso al Porto; gli incentivi per attrarre nuovi insediamenti produttivi, anche mediante l’approvazione della zona logistica semplificata (Zls).

Non solo, rispetto all’ipotesi di posizionamento del rigassificatore a Piombino, i consiglieri impegnano il presidente Giani a chiedere al Governo, prima di qualsiasi decisione definitiva, di fornire tutti gli elementi di dettaglio del progetto, con particolare riferimento alla sicurezza delle tecnologie adottate per tutta l’area del porto; alla stessa operatività del porto; alla sicurezza ambientale delle acque marine, senza dimenticare la vocazione turistica di Piombino e di tutto il golfo.

Nelle dichiarazioni di voto Elisa Tozzi (gruppo misto – Toscana Domani) ha parlato di situazione gestita non proprio con serenità da parte della maggioranza. Secondo la consigliera nell’atto c’è una sorta di tentativo di sintesi che non cela fino in fondo le difficoltà. La strada è comunque tracciata: il commissario è chiamato a fare quanto chiede il Governo. Per la Tozzi c’è un problema di politica nazionale che troppo spesso scarica sui territori responsabilità e scelte non prese a livello centrale. Da qui la conclusione: “o si sostiene convintamente il commissario o lo si dice. Non comprendo se c’è un pieno sostegno al commissorio”.

Di posizione poco chiara da parte del Pd ha parlato anche Silvia Noferi (Movimento 5 stelle): “da un lato il Pd contesta la scelta di Piombino come sede del rigassificatore ma dall’altro appoggia la dichiarazione del presidente Giani”.

Nelle dichiarazioni di voto se Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha annunciato il voto contrario, parlando di due atti completamente “opposti, incoerenti e contraddittori”, Marco Stella (Forza Italia) ha dichiarato il non voto su tutti gli atti. “Il tema non è Piombino si o no, il Governo ha fatto una scelta inopportuna sulla politica energetica e se la dipendenza dal gas russo deve essere sostituita da altra dipendenza, qualcuno ce lo deve venire a dire”.

Stessa espressione di voto anche per Eugenio Giani: “trattandosi di atti di indirizzo e vista la mia veste di commissario, ritengo opportuno di non votare alcun atto; nel merito sia l’atto di Italia Viva lo ritengo molto costruttivo, quello del Pd mi dà invece delle impostazioni che cercherò di raccogliere”. Giani ha infine dichiarato di avere “perplessità sull’atto della Lega (respinto dall’Aula), che chiede di togliere la 398 ed io non lo farò”.

L’aula ha respinto anche la proposta di risoluzione presentata da Italia Viva su cui il Pd si è astenuto, eccetto il consigliere Gianni Anselmi che invece ha votato contro, e la non partecipazione al voto del portavoce dell’opposizione. Respinte anche due mozioni del Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia.

Il dibattito in Aula

Gli interventi di Stefano Scaramelli (Italia Viva), Silvia Noferi (Movimento 5 stelle), Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), Gianni Anselmi (Pd), Marco Stella (Forza Italia), Marco Landi (Lega), Donatella Spadi (Pd), Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), Vincenzo Ceccarelli (Pd), Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Massimiliano Pescini (Pd)

“Rendere il nostro paese indipendente dal gas russo è una partita non solo regionale o nazionale, ma internazionale, e sono convinto che il Consiglio regionale debba dare un sostegno importante a Eugenio Giani, nella sua doppia veste di presidente della Giunta e Commissario”, così ha esordito Stefano Scaramelli (Italia Viva), che ha invitato Giani ad avere grande coraggio, “come dimostrato anche nella comunicazione all’Aula”. Secondo il consigliere sulle garanzie ambientali, sulle compensazioni di carattere infrastrutturale ed economico, in vista di un processo di reindustrializzazione, “si gioca la partita del suo e del nostro peso politico e dal governo ci vogliono risposte antecedenti”. “Mi auguro che Giani possa avere dal nostro Consiglio un mandato più largo possibile, per dare forza al negoziato e per contribuire al processo di indipendenza e libertà dalla Russia”, ha concluso Scaramelli.

Secondo Silvia Noferi (Movimento 5 stelle) “non si tratta di dire ‘no’ a prescindere, qui si vuole attuare un progetto senza le tutele e le valutazioni previste dalla Legge, cioè la Valutazione di Impatto Ambientale, con una procedura totalmente antidemocratica”. E a tal proposito la consigliera ha ricordato che la Toscana è stata l’unica regione d’Italia che, dopo una lunga e complessa procedura autorizzativa, ha approvato un terminale galleggiante di ri-gassificazione della società OLT offshore. Procedura che si è conclusa dopo 14 anni con il rilascio del Rapporto di Sicurezza e che per evitare gli effetti di possibili incidenti rilevanti sulla popolazione ha previsto che la nave fosse ormeggiata a 12 miglia dalla costa, dove il fondale è a 120 metri, oltre ad opportune zone di interdizione. Una situazione ben diversa dal rigassificatore di Piombino, definito dalla consigliera “una vera e propria bomba ad orologeria”. Per la Noferi “andare contro i territori che protestano, che il Governatore della Toscana dovrebbe rappresentare e tutelare, servirà solo a consegnare la Regione al Centrodestra alla prossima tornata elettorale”. “Il Commissario nominato dal Governo sarà l’unico responsabile per il rilascio dell’autorizzazione – ha concluso – speriamo che non sia mai chiamato a risponderne alla sua coscienza”.

Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha affermato di nutrire “preoccupazioni” sul decalogo presentato da Eugenio Giani: “Vorrei solo sapere se è stato concordato con il sindaco di Piombino, altrimenti per noi sarebbe una sorta di commissariamento del primo cittadino della città  e costituirebbe una grave mancanza”. “Sul commissariamento del Comune di Piombino non faremo alcuno sconto”, ha assicurato il consigliere, mentre “in tema di approvvigionamento energetico ogni regione deve fare la sua parte e la Toscana vanta la geotermia, le cui concessioni scadranno però nel 2024”. Infine, parlando del passato della città, che vantava 7900 addetti nel settore delle acciaierie e che oggi conta 1600 cassa integrati, Petrucci ha chiesto al Commissario quanti posti di lavoro porterà l’operazione rigassificatore, altrimenti il futuro di Piombino deve essere altro.

Di “proposta del Governo senza storia, incapace di fare i conti con le ambizioni del territorio” ha parlato Gianni Anselmi (Pd), consapevole che il tema del rigassificatore avrà un suo percorso procedurale, e augurandosi “che non se ne dia per scontato l’esito”. E da ex primo cittadino di Piombino, il consigliere ha ripercorso i tanti progetti sulla città, dalla siderurgia alla termoelettrica, partendo dal lavoro del metallo ai tempi degli etruschi. “Penso e dico con accoratezza che è lecito che i cittadini siano preoccupati – ha continuato Anselmi – hanno vissuto anni come ostaggio, basti pensare che sono sempre in attesa della bonifica delle falde”. Da qui l’invito a “dare forza alle istituzioni, per dire come si lavora a Piombino, prima di digerire una medicina complicata come il rigassificatore”.

“Sul tema del rigassificatore a Piombino non si tratta di dividerci tra il fronte del no e del sì, ma di capire quali siano gli obiettivi della politica energetica del nostro Governo”. Così il consigliere di Forza Italia Marco Stella, nella discussione in aula sul rigassificatore di Piombino. “Trovo che la proposta di un rigassificatore nel 2022 sia anacronistica. Ci vorranno due anni prima che vada a regime e andrà a produrre circa 6miliardi di metri cubi su un fabbisogno ben superiore. E’ dunque una toppa all’emergenza che non ci porterebbe al raggiungimento della tanto dichiarata indipendenza economica energetica dell’Italia”. “Ancora prima di fare questa scelta dovremmo ascoltare i contributi critici degli amministratori locali – ha continuato -. Peraltro la tanto dichiarata indipendenza economica dell’Italia non arriverebbe dai rigassificatori, perché il gas arriverà da altri paesi. Quale tipo di beneficio porterebbe dunque al nostro territorio, alle nostre imprese e alla nostra regione? Essendo una materia complicatissima, finché non vedremo comunque anche i dati tecnici, non possiamo esprimere nessun tipo di posizione. Non avrebbe senso. Non tifiamo né per il partito del no e dei sì, ma per il partito della Toscana” ha concluso.

Intervenuto nel dibattito il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ha criticato la nomina di Giani come Commissario per la realizzazione del rigassificatore. “Questa non può essere pensata come una medaglietta da mettersi sulla giacca – ha detto – E’ una scelta che porta con sé la mancanza di un’azione politica. C’è stato un incontro con i sindaci della Val di Cornia che si sono espressi in maniera contraria. Allora chi rappresenta il presidente?” “Peraltro – ha aggiunto – le informazioni e le garanzie sul progetto derivano dalla stessa azienda, la Snam, che dovrà fare l’opera. Dunque non ho dubbi che questa società dica che andrà tutto bene. Le garanzie ambientali non le vogliamo dalla società che fa l’opera, ma dal Governo, ed è qui che manca l’interlocuzione politica”. Landi ha parlato anche del contraccolpo del mercato dell’itticoltura “menzionato anche dalla comunicazione dello stesso Giani e che copre il 60 per cento del mercato di allevamento nei nostri supermercati. Chi darà le garanzie dopo?” Tra le criticità citate da Landi anche le conseguenze legate “al raffreddamento e al residuo chimico nell’acqua della darsena dovuti al riversamento e l’impatto sulla “vista dell’arcipelago, sul porto turistico che al momento ospita circa 800 barche e sul traffico marittimo”. “Il presidente Giani ci deve dire quali sono state le interlocuzioni e come il progetto che ci ha presentato si concili con il piano strutturale dell’amministrazione di Piombino e con le strategie dell’autorità di sistema portuale”.

“Oggi stiamo discutendo di una questione estremamente delicata che riguarda il territorio che rappresento e che ha una vocazione turistica vista la sua collocazione alle porte del Golfo di Follonica e davanti al Parco dell’Arcipelago – ha affermato la consigliera Donatella Spadi (Pd) -. Ma abbiamo anche delle responsabilità, siamo di fronte a un’emergenza quale la guerra in Ucraina e la crisi di Stato. Giani sarà garante di tutti i cittadini, siano essi piombinesi e maremmani. Il presidente ci ha detto che prima di arrivare alla firma e alla fine del progetto avremo 30 pareri, non solo ministeriali, ma anche dei vigili del fuoco. Se venerdì il presidente parteciperà al Consiglio comunale di Piombino non è perché lo vuole commissariare, ma per ascoltare. Nonostante io resti in attesa di ulteriori pareri tecnici sono possibilista rispetto a questa scelta” ha concluso.

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) è tornato sulla questione della nomina di Giani come commissario straordinario per il rigassificatore: “Il primo punto sbagliato in questa vicenda è la nomina del presidente della Regione come commissario di un’opera di interessa nazionale – ha detto – Il presidente della Giunta per statuto ha il compito di rappresentare la nostra comunità di fronte al governo e all’Europa. È dunque un conflitto di interessi di una figura che invece dovrebbe difendere i nostri territori e i suoi principi. Tanto è vero che non si sta discutendo se fare o no l’opera, ma entro quando realizzarla. Giani avrebbe potuto non accettare l’incarico, ma ha fatto una scelta diversa”.

Il presidente del gruppo consiliare del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli ha detto di apprezzare la relazione del presidente Giani aggiungendo: “vogliamo dargli forza relativamente alle cose che ci ha riferito. Su Piombino, l’interesse nazionale già c’era prima. Dal 2013 sono stati approvati accordi poi aggiornati e parliamo di un interesse nazionale non di una città di 40mila abitanti. Se li siamo in presenza di un inquinamento è perché c’era un interesse nazionale a creare dei manufatti che sono serviti al Paese no ai cittadini di Piombino”. Ceccarelli ha sottolineato la “necessità di attivarsi tempestivamente, con i rappresentati locali, per colmare un gap che il Governo nazionale e il ministro hanno prodotto, e da questo punto di vista il fatto che il presidente Giani sia stato nominato commissario può essere un valore aggiunto, visto che può garantirci più di un burocrate o di un dirigente ministeriale, rapportandosi con autorevolezza con un territorio. Il presidente commissario ha dei compiti, e lui ha detto che questa presenza della nave metaniera si può fare a determinate condizioni”. “Se le condizioni non ci sono, vedremo cosa fare” ha aggiunto il presidente del gruppo del Pd chiedendosi poi cosa sia previsto se non ci saranno “il commissariamento del commissario”. “Per Piombino – ha continuato – il tema del rilancio della siderurgia ecologica è lì da tempo e di fronte all’immobilismo di Governo e enti locali è stata la Regione di prima e di ora a fare qualcosa. Sulle bonifiche è ancora tutto fermo mentre è stato appaltato il primo lotto della strada statale 398. Le cose che hanno marciato più in fretta sono quelle che riguardano il porto, con investimenti di circa 100milioni, con un commissario ancora una volta individuato nel presidente della Giunta. Prima di procedere e prendere delle decisioni definitive noi vorremmo che ci sia chiarezza e che ci siano tutte le garanzie rispetto alla sicurezza delle tecnologie adottate e che ci sia la garanzia per la operatività del porto soprattutto in riferimento con i collegamenti con l’isola d’Elba e alla permanenza eventuale del rigassificatore che è un altro punto derimente che deve essere chiaro. Il presidente commissario su questi temi cercherà chiarimenti e certezze e non da noi ma nelle sedi competenti”. “Chiediamo cose chiare e certificate – ha concluso Ceccarelli – e questa mi pare una posizione seria. Abbiamo ascoltato le preoccupazioni legittime dei cittadini, meno legittimo che a incentivarle e cavalcarle sia chi li rappresenta”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli nel suo intervento ha voluto chiarire “che il suo non è il partito del no e del no nel mio giardino come dimostrato proprio a Piombino, nel caso della nave da crociera Costa Diadema con il sindaco che ha chiesto che venisse ormeggiata nel porto finchè i contagiati dal covid si negativizzassero. Piombino ha dato tanto durante la pandemia, e anche nel caso della riconversione da città industriale a città del turismo. Lo raccontano tanti operatori del mondo della pesca e dell’agricoltura”. “Siamo contrari – ha spiegato Torselli – perché non ci sono piaciuti certi metodi, come l’annuncio sul rigassificatore del ministro Cingolani, del 6 aprile, quando poi la nomina del commissario Giani è arrivata il 9 giugno, con due mesi di ritardo. Giani è stato chiamato per realizzarlo e non a decidere di farlo, parlando di una relazione che nessuno aveva visto. Si arriva a un decalogo, che chiamo forma di tutela per la città di Piombino, scritto non si sa da chi, in un palazzo lontano cento chilometri dalla città. Nessuno da Piombino ha condiviso quei punti e su quali sarebbero da inserire”.

Il consigliere del Partito democratico Massimiliano Pescini ha parlato di un “dibattito appassionato e competente, e di una città che va ben oltre il suo territorio fisico, per le funzioni che ha in prospettiva se lavoriamo in maniera intelligente. Lo sviluppo sostenibile si realizza attraverso l’arte difficile del governo come cerchiamo di proporre”.  Pescini ha definito giuste le rimostranze di Fratelli d’Italia aggiungendo però che si tratta di un’evoluzione di una posizione visto che il segretario di Piombino Danilo Dilio si è dimostrato nel mese di aprile più possibilista parlando del rigassificatore come di un problema che potrebbe diventare un’opportunità”. “Dobbiamo arrivare a una sintesi delle posizioni – ha concluso – e cercare il bene di quella città e di quella costa. Un obiettivo che deve essere nostro, di chi governa il territorio e del Governo nazionale. Ci vuole per ogni tipo di problematica una risposta chiara e seria. Siamo sicuri che il ruolo di Giani sarà decisivo per portare Piombino a una nuova fase per una discussione che non sia ridotta a un sì o un no”.