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Bruxelles pasticcia con la biomassa nella riforma RED II

Riforma RED II: l’UE deve riscrivere la parte sulle biomasse
Foto di moses da Pixabay

Il parere del Regulatory Scrutiny Board boccia la riforma RED II

(Rinnovabili.it) – Tutto da rifare sulla riforma RED II. La settimana scorsa il testo della bozza della direttiva era trapelato alla stampa, rivelando in anticipo gli indirizzi della Commissione europea. Ma l’esecutivo UE dovrà rimboccarsi le maniche e rimettere mano al testo prima della sua pubblicazione ufficiale, prevista per il 14 luglio. Una revisione interna ha rispedito il testo al mittente: sulle biomasse i provvedimenti non vanno bene.

Il Regulatory Scrutiny Board ha chiesto alla Commissione di rivedere le disposizioni sulle biomasse perché l’analisi costi-benefici non è soddisfacente e, anzi, vi rileva “delle mancanze significative”. L’ente è interno all’esecutivo europeo e ha il compito di vigilare sulla qualità della legislazione comunitaria.

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“La presentazione dell’analisi e del confronto delle opzioni è spesso confusa o incompleta”, si legge nel parere con cui l’ente ha bocciato la riforma RED II, di cui Euractiv ha ottenuto una copia. In particolare, fa difetto la parte con le opzioni relative alla bioenergia. “Il rapporto dovrebbe chiarire se i criteri di sostenibilità proposti per la biomassa e l’aumento dell’uso della bioenergia (soprattutto dopo il 2030) sono allineati al principio ‘non nuocere’ del Green Deal, in particolare per l’inquinamento atmosferico”, si legge nel documento.

Nella bozza di riforma della direttiva europea sulle rinnovabili trapelata la settimana scorsa, il target europeo al 2030 salirà al 38-40%. In pratica si tratta di raddoppiare il contributo di eolico, solare e altre fer rispetto ai livelli attuali, che battono intorno al 20% del mix elettrico dei Ventisette. Il testo alza l’obiettivo di alcuni punti percentuali rispetto al 32% fissato in precedenza.

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In questo quadro, i criteri di sostenibilità per le biomasse vengono ristretti. Ma per l’ente di controllo le disposizioni non tengono abbastanza in considerazione l’impatto del boom della domanda di bioenergia che Bruxelles stessa prevede per il 2050, pari al 65-80% rispetto ai livelli del 2030.

La prima bozza di riforma RED II prevedeva uno stop alla biomassa proveniente da foreste primarie e di vecchia crescita e la possibilità di introdurre dei tetti nazionali all’utilizzo di legno di fusto. Mancano, invece, criteri che riflettano i possibili impatti sull’inquinamento atmosferico e sulla reale sostenibilità climatica e ambientale del bruciare una quantità crescente di biomassa.

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