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Riforma mercato elettrico, l’accordo UE getta un salvagente al nucleare

Superato lo stallo tra Francia e Germania il Consiglio dell'Unione trova una posizione comune sulla riforma. E Parigi esulta: "l'accordo garantisce la salvaguardia del patrimonio nucleare francese"

Riforma mercato elettrico accordo
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Riforma mercato elettrico, cosa ha deciso il Consiglio dell’Unione Europea?

(Rinnovabili.it) – Dopo mesi di braccio di ferro e posizioni contrastanti, gli Stati membri hanno trovato un accordo sulla Riforma del mercato elettrico europeo. Il provvedimento, proposto a marzo di quest’anno dalla Commissione europea, interviene su una serie di atti legislativi – primo fra tutti il Regolamento 2019/943 – e fissa nuove nuove regole per rendere i prezzi dell’elettricità meno dipendenti da quelli dei combustibili fossili. L’obiettivo? Creare una sorta di cuscinetto tra i mercati del gas e le bollette della luce di consumatori.

Ma come dimostrato da altri grandi provvedimenti quali la Direttiva case green o la RED III, trovare una posizione comune sul fronte energetico sta diventando sempre più difficile per i Ventisette. Per la precisione la riforma ha messo su due sponde opposte Francia e Germania. Con la prima che premeva per inserire anche il nucleare nei contratti a prezzo fisso (i CfD), e la seconda che temeva la misura distorcesse il mercato.

La bozza presentata dalla Spagna, a cui spetta la presidenza del Consiglio UE fino alla fine dell’anno, ha però riappacificato i fronti, trovando finalmente un orientamento generale sulla riforma del mercato elettrico comunitario. “Sono orgogliosa di affermare che oggi abbiamo compiuto un passo avanti strategico per il futuro dell’UE”, ha commentato a termine della riunione Teresa Ribera Rodríguez, ministra spagnola per la transizione ecologica. “Abbiamo raggiunto un accordo che sarebbe stato inimmaginabile solo un paio di anni fa. Grazie a questa intesa, i consumatori europei potranno beneficiare di prezzi dell’energia molto più stabili, di una minore dipendenza dal prezzo dei combustibili fossili e di una migliore protezione dalle crisi future. Accelereremo inoltre la diffusione delle energie rinnovabili, una fonte di energia più economica e pulita per i nostri cittadini“.

Quali aggiunte sono state apportate dall’accordo? Vediamole in dettaglio.

Mercati elettrici a lungo termine

La riforma del mercato elettrico UE mira a fornire stabilità a lungo termine attraverso tre elementi: gli accordi di compravendita energetica o PPA (power purchase agreement); i contratti per differenza (CfD) a due vie; un miglioramento della liquidità del mercato a termine.

Sul primo fronte il Consiglio dell’Unione ha convenuto che gli Stati membri dovranno promuovere i PPA eliminando eventuali barriere, procedure discriminatorie ed oneri sproporzionati. Come? Attraverso sistemi di garanzia sostenuti dallo Stato a prezzi di mercato, garanzie private o strutture che mettano in comune la domanda di PPA.

Sul fronte dei CfD, il Consiglio ha stabilito che tali contratti dovrebbero applicarsi dopo un periodo transitorio di tre anni “agli investimenti in nuovi impianti eolici, solari, geotermici, idroelettrici senza serbatoio e nucleari”. Unica eccezione, i progetti ibridi offshore collegati a due o più zone di offerta per i quali il periodo transitorio sarebbe di 5 anni. Il Consiglio ha aggiunto flessibilità su come ridistribuire le entrate generate dallo Stato attraverso i CfD bidirezionali. I ricavi verrebbero girati ai clienti finali ma potrebbero anche essere utilizzati per finanziare nuovi regimi di sostegno diretto o gli investimenti volti a ridurre i costi dell’elettricità per i clienti finali.

Commenti a caldo sui CfD

Per la Francia si tratta di una vittoria che la ministra francese Agnès Pannier-Runacher ha salutato con entusiasmo “Accolgo con favore questo accordo che […] protegge i consumatori, getta le basi per ingenti investimenti nelle rinnovabili e garantisce la salvaguardia del patrimonio nucleare francese”. Ma appare tutto sommato contenta anche la Commissione Europea. “Posso dire che il Consiglio ha trovato un accordo equilibrato su questo punto che preserva l’essenza della nostra proposta secondo cui i nuovi investimenti dovrebbero essere effettuati utilizzando lo strumento dei CfD”, ha commentato oggi Kadri Simson, commissaria UE per l’Energia. “In parole povere, per il sostegno diretto dei prezzi da parte degli Stati membri agli investimenti con estensione della durata di vita, l’uso dei CFD non è una soluzione obbligatoria, ma rimane ancora una possibilità e sarà soggetto alle norme sugli aiuti di Stato”.

Meccanismo di capacità, libero dai vincoli emissivi?

I Ventisette hanno ritoccato anche le regole sui meccanismi di capacità, misure di sostegno che permettono di remunerare le centrali elettriche per la capacità che mettono a disposizione (anche senza effettivo utilizzo). Il Consiglio ha voluto eliminare il carattere temporaneo di tali misure e ha introdotto una deroga ai requisiti sui limiti di emissione di CO2 affinché i produttori possano ricevere un sostegno fino al 31 dicembre 2028.

Gli Stati membri hanno concordato, inoltre, sulla necessità di semplificare le procedure di approvazione di tali meccanismi, chiedendo alla Commissione una relazione dettagliata che valuti ulteriori possibili modi per facilitarne l’applicazione.

Prezzi energetici accessibili alle PMI durante una crisi

Secondo le norme attuali, gli Stati membri possono normalmente applicare prezzi regolamentati per le famiglie vulnerabili e in povertà energetica, e come misura transitoria agli altri consumatori residenziali e le microimprese. La riforma aggiunge un’opzione temporanea, in caso di crisi energetica, anche per le PMI.

Inoltre i Ventisette hanno rafforzato il ruolo del Consiglio nel dichiarare una crisi temporanea dei prezzi dell’elettricità a livello regionale o dell’Unione. E hanno convenuto che i Paesi Ue possano applicare fino al 30 giugno 2024 un tetto alle entrate dei produttori inframarginali (rinnovabili, nucleare, lignite), se “eccessive”. “Grazie a queste nuove regole – ha commentato a caldo il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto in Italia puntiamo a sviluppare al 2030 oltre 70 GW di nuova capacità rinnovabile e 70 GWh di accumuli di grandi dimensioni, decarbonizzando il settore elettrico, riducendo al contempo la volatilità di prezzi per i consumatori e restituendo competitività al nostro sistema produttivo”.

Riforma del Mercato elettrico, cosa succede ora?

Con l’approvazione del Consiglio in data odierna si concludono le discussioni sull’orientamento generale dei Ventisette. Il Parlmento europeo aveva già definito la propria posizione questa estate chiedendo, tra le altre cose, di rafforzare ulteriormente la protezione dei consumatori attraverso contratti a prezzo fisso, contratti a prezzo dinamico, e maggiori informazioni chiave sulle opzioni sottoscritte nei contratti, vietando ai fornitori di modificarne unilateralmente i termini.

Ora possono iniziare per i negoziati tra i legislatori sulla versione definitiva della normativa. L’esito del trilogo con la Commissione dovrà quindi essere adottato da Consiglio e Parlamento in via formale con votazioni separate.