Con l'approvazione del Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico si propone un modello incernierato sulla neutralità tecnologica e in grado di dare più spazio al consumatore-produttore. Nessun limite di potenza minimo per la partecipazione al mercato dei servizi
La riforma del dispacciamento entrerà in vigore dal 2025
(Rinnovabili.it) – Via libera alla riforma del dispacciamento elettrico. Il 28 luglio ARERA ha approvato il TIDE, il nuovo Testo Integrato che, a partire dal 2025, permetterà la piena partecipazione al sistema elettrico delle rinnovabili, della generazione diffusa, dell’accumulo, degli aggregatori e dei consumatori. La notizia arriva dalla stessa Authority che con una nota stampa ha spiegato finalità e novità della riforma regolatoria. “Con questa regolazione stiamo abbattendo in via definitiva le barriere storiche che impedivano a qualsiasi soggetto di offrire la propria disponibilità a modificare produzione o carico”, ha commentato Stefano Besseghini, presidente ARERA. Ma per comprendere a pieno le novità è bene compiere qualche passo indietro.
Cos’è il dispacciamento elettrico ?
Con il termine dispacciamento elettrico si identificano tutte quelle attività di gestione e monitoraggio dei flussi energetici – produzione, trasmissione, distribuzione – sulla rete per garantire in ogni istante l’equilibrio tra domanda e offerta. Fino a pochi anni fa dispacciare l’energia elettrica aveva per lo più significato coordinare la produzione delle centrali termoelettriche tramite il Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD). Nella pratica, Terna utilizza l’MSD per approvvigionarsi dell’energia necessaria per mantenere costante il sopracitato equilibrio. Ma con l’aumentata penetrazione delle risorse rinnovabili non programmabili il tradizionale modello di gestione è velocemente apparso inadeguato e obsoleto. Il problema principale? Rimangono fuori dal mercato una serie di risorse distribuite fondamentali per venire incontro a l’aleatorietà di eolico e fotovoltaico.
Ecco perché ARERA e Terna hanno lavorato alla riforma del dispacciamento elettrico, definendo un nuovo modello che permettesse in teoria a tutte le risorse della rete di assumere un duplice ruolo. Da un lato quello “principale” di produrre o consumare energia e dall’altro quello “ancillare” di prestare servizi, ossia la disponibilità a modificare o spostare nel tempo domanda e offerta rispetto ad un dato riferimento.
TIDE, il nuovo testo integrato del dispacciamento elettrico
Il nuovo TIDE persegue essenzialmente tre obiettivi chiave: promuovere un efficiente e sostenibile utilizzo delle risorse disponibili nel sistema elettrico (Unità di Produzione-UP, Unità di Consumo-UC e reti di trasmissione e distribuzione) in coerenza con gli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione europei; sostenere lo sviluppo di mercati dell’energia elettrica; assicurare l’imparzialità, la neutralità e la trasparenza nei confronti di tutti gli utenti del sistema.
Nella pratica la riforma del dispacciamento costruisce un sistema in grado di far competere sullo stesso piano risorse concentrate e distribuite. Come? Attraverso piattaforme organizzate che assicurino che siano selezionate, in ogni momento e per ogni specifica esigenza, le risorse di flessibilità più efficienti, ossia quelle in grado di modulare produzione o carico al minor costo. In altre parole si dà spazio alla neutralità tecnologica: l’unico fattore discriminante per l’erogazione del servizio è il prezzo chiesto.
Riforma Dispacciamento, cosa cambia
Tra le novità introdotte dal nuovo Testo appare l’aggiornamento della classificazione delle UP in diverse tipologie: alimentate da fonti rinnovabili non programmabili; alimentate da fonti rinnovabili programmabili; di cogenerazione ad alto rendimento alimentate da fonti non rinnovabili; costituite da una risorsa di stoccaggio; costituite da soli sistemi di accumulo; per i servizi ausiliari; altre UP.
E ancora: viene introdotta una capacità massima di prelievo per ciascuna UC in funzione della potenza disponibile per la quale sono stati pagati i contributi di connessione. È approvata la proposta di revisione del modello zonale che inserisce accanto a criteri fisici anche quelli economici. É rimosso il limite di potenza minimo per la partecipazione al mercato dei servizi. Sono istituzionalizzati due soggetti potenzialmente distinti che svolgono in modo autonomo le due attività di ‘trader: un responsabile della programmazione di produzione/consumo (il BRP, Balance Responsible Party), che si occupa della commercializzazione del quantitativo di energia definito; e un responsabile della parte “ancillare” relativa ai servizi (il BSP, Balancing Service Provider) che esegue le movimentazioni.