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L’Ue prepara una riforma delle imposte sull’energia contro le fossili

Il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, mette al centro della riforma la necessità che le tasse sui prodotti rispecchino la loro impronta di carbonio

Riforma delle imposte sull’energia:
Credits: ErikaWittlieb da Pixabay

Il testo della riforma delle imposte sull’energia sarà pronto per l’estate 2021

(Rinnovabili.it) – Per blindare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l’Unione europea è disposta a calcare la mano sulle fonti fossili. Come? Disincentivandone l’uso e facendole scivolare fuori mercato nemmeno troppo lentamente con la riforma delle imposte sull’energia. Puntando sull’impronta di carbonio reale dei prodotti.

A puntare di nuovo i riflettori sulla misura è stato il 16 novembre Frans Timmermans, il vice presidente dell’esecutivo europeo con delega al Green Deal. Il politico olandese è stato piuttosto avaro di dettagli. Ma la decisione rientra in un pacchetto più ampio, insieme ai nuovi indirizzi che la Commissione si appresta a dare in materia di mercato del carbonio ETS, sussidi all’agricoltura e standard di emissioni per le auto.

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In un intervento allo European Business Summit, Timmermans ha sottolineato che l’Ue ha bisogno di rettificare il sistema di tassazione attuale. Questo perché le tasse riflettono soltanto il costo di fabbricazione e di trasporto di un prodotto. Ma non riescono a tenere adeguatamente conto della sua vera impronta ambientale.

“Ad un certo punto, dobbiamo assicurarci che la nostra impronta di carbonio si rifletta pienamente nelle nostre tasse – ha detto TimmermansLo dico sapendo che questa è molto spesso responsabilità delle politiche nazionali. Ma se vuoi essere coerente su questo e se vuoi che creiamo un’economia circolare, dovrai pensare a cambiare il sistema fiscale”.

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Il vice presidente della Commissione non si è spinto oltre né ha fornito altri chiarimenti. La proposta di riforma delle imposte sull’energia comunque non è attesa a breve. Secondo la calendarizzazione di Bruxelles, la misura sarebbe attesa non prima dell’estate del 2021.

Ad ogni modo, sarà un percorso pieno di ostacoli. Prima di tutto perché alcuni paesi membri non sono mai stati propensi a penalizzare le loro industrie. E in una congiuntura in cui il gruppo di Visegrad, Polonia e Ungheria in testa, punta i piedi anche su bilancio e Recovery Fund, oltre che puntare al distinguo su molti altri dossier, l’impresa di mettere d’accordo i Ventisette su un aumento della tassazione che tocchi soprattutto le fonti fossili appare davvero complicata. Lo scorso dicembre il Consiglio dell’Unione Europea aveva adottato le conclusioni sul nuovo quadro comunitario in materia di tassazione dell’energia. Ma trovare il consenso sui dettagli di un accordo finale resta ostico.