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Rifiuti, Romano: solo dal 2010 la regione fa quello che dice la legge

L’assessore ribadisce che “non spetta alla Regione gestire e realizzare impianti, ma ad una filiera istituzionale che ancora non si è consolidata".

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Dal 2010 la Regione Campania, guidata da Stefano Caldoro, ha fatto tutto quello che, per legge, doveva fare. Lo conferma, paradossalmente, proprio la sentenza della Corte di Giustizia di Bruxelles che inchioda impietosamente alle proprie responsabilità chi ci ha preceduto ed oggi cerca di speculare per esigenze elettorali e per nascondere le colpe. Infatti Il procedimento si riferisce al periodo di programmazione 2000-2006.”

Così l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano sulla decisione della Corte di Giustizia Europea con la quale è stato respinto il ricorso dell’Italia.

“La sentenza – sottolinea Romano – stabilisce un principio legato alla mancata pianificazione degli scorsi anni circa il ciclo dei rifiuti urbani e le bonifiche delle aree inquinate. La Commissione europea, sulla base della sentenza, potrebbe non riconoscere parte delle spese sostenute con il POR 2000-2006.

“Invece, grazie alla Giunta Caldoro e alla approvazione del piano dei rifiuti urbani, del piano dei rifiuti speciali e del piano regionale delle bonifiche, operativi da oltre due anni, la Regione sta regolarmente certificando alla Commissione Europea gli investimenti del POR FESR 2007- 2013 riguardanti i rifiuti.

“Ancora una volta, quindi, paghiamo i ritardi dei Governi regionali degli anni scorsi che hanno messo in campo veti e inseguito suggestioni che non hanno prodotto decisioni. La Regione ha programmato e legiferato ponendo rimedio ai vuoti e ai ritardi.

L’assessore Romano ribadisce che “non spetta alla Regione gestire e realizzare impianti, ma ad una filiera istituzionale che ancora non si è consolidata. Noi stiamo completando quelli lasciati incompleti e gravati da contenziosi e debiti.

“La sentenza indica chiaramente che ora più che mai, occorre decidere e agire concretamente. Non è più tempo di ideologie, pregiudizi, veti e ritardi”, conclude Romano.