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Riduzione delle emissioni UE al 2040, Bruxelles trema davanti ai trattori in protesta

Dalla comunicazione scompaiono tutti gli obiettivi e i riferimenti politicamente sensibili. Rispetto alle bozze precedenti, il testo finale grazia l’agricoltura. Mancano anche date certe per il phase out delle fossili. E il passaggio sull’industria è dominato dal ricorso a tecnologie per la rimozione del carbonio

Riduzione emissioni UE 2040: gli obiettivi settore per settore
crediti: PE

Il 6 febbraio la Commissione ha presentato la roadmap per la riduzione delle emissioni UE al 2040

(Rinnovabili.it) – Un testo rimaneggiato fino all’ultimo secondo. E con sempre meno ambizione. Indice delle pressioni crescenti a cui è sottoposta la Commissione dopo 5 anni di Green Deal sempre più indigesto a gran parte dei Ventisette. La comunicazione sui nuovi obiettivi per la riduzione delle emissioni UE al 2040, presentata il 6 febbraio, ha mantenuto pochi dei target settoriali inseriti nelle bozze circolate nelle ultime settimane. E ha graziato l’agricoltura: per questo settore non si parla più di obiettivi. Le proteste dei trattori – il settore rappresenta la spina dorsale dell’elettorato del PPE, a cui fa riferimento la presidente della Commissione Ursula von der Leyen – hanno centrato l’obiettivo, si potrebbe dire.

La riduzione delle emissioni UE al 2040, settore per settore

Agricoltura – Sull’onda delle proteste dei trattori, la Commissione ha passato il bianchetto su questa parte della comunicazione. È scomparso qualsiasi obiettivo settoriale di riduzione delle emissioni agricole UE al 2040. Le bozze precedenti fissavano i tagli necessari di gas serra diversi dalla CO2 – principalmente il metano – a un tondo -30%. E il testo è stato farcito di elogi al ruolo degli agricoltori e ammorbidito oltre misura.

“Come tutti gli altri settori, le attività agricole svolgono un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE per il 2040, contribuendo al tempo stesso alla sovranità alimentare dell’UE” è l’unico passaggio in cui si accenna alla necessità di tagli delle emissioni agricole. Passaggio a cui è stato aggiunto all’ultimo minuto il riferimento alla sovranità alimentare. Per il resto, Bruxelles non va oltre l’accennare alle “giuste politiche” necessarie portando esempi non politicamente controversi come la disponibilità di alternative low-carbon e l’azoto recuperato dal letame. Abbinati al “giusto supporto” per affrontare compromessi e ridurre i costi, una formulazione che sembra alludere a regole più permissive sui sussidi elargiti tramite la politica agricola comune (Pac).

Sempre il 6 febbraio, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un discorso al parlamento europeo aveva fatto un’altra concessione agli agricoltori. Dopo aver prorogato di 1 altro anno alcune deroghe alle misure per l’ambiente della Pac, ha annunciato anche il ritiro della proposta legislativa sull’uso sostenibile dei pesticidi. Uno dei provvedimenti più criticati dal settore. E ha lanciato altre proposte. Primo, sussidi pubblici con meno vincoli o ancora più corposi di quelli attuali, perché “una protezione efficace della natura deve offrire incentivi generosi per intervenire”. Ma anche un’etichettatura premium, in collaborazione con rivenditori e trasformatori”, per chi rispetta le regole Pac.

Da questa sezione sono spariti anche i riferimenti alla necessità, lato consumatori, di passare a diete più sostenibili e, in particolare, a limitare il consumo di carne.

Industria – Molto vaghi i passaggi dedicati alla riduzione delle emissioni UE al 2040 nel settore industriale. Non sono fissati obiettivi specifici e l’attenzione è principalmente sull’impiego di tecnologie per la rimozione del carbonio, oggetto dell’altra comunicazione pubblicata il 6 febbraio, quella sulla Gestione del carbonio industriale. La cattura della CO2, nello scenario consigliato dall’esecutivo UE, viene impiegata su larga scala prima di quanto previsto finora. E l’obiettivo al 2040 è passato dalle 280 MtCO2eq sequestrate delle prime bozze alle 400 MtCO2eq del testo finale. “Ciò richiederà un ampio portafoglio di opzioni” tra cui la Commissione annovera BioCCS (BECCS con recupero di CO2), DACCS (la cattura diretta di CO2 dall’aria) e “altri nuovi approcci” non specificati.

Edifici – Su questo settore la comunicazione della Commissione non fissa obiettivi clima UE 2040 specifici ma indica alcuni strumenti per accelerare la decarbonizzazione.

Il primo è usare le risorse del Fondo sociale per il clima per potenziare investimenti e dare copertura a “riforme strutturali” sul parco immobiliare. Il Fondo, creato nel 2021 con il pacchetto Fit for 55, oggi è un cuscinetto per attutire l’impatto delle nuove misure di decarbonizzazione su edifici e trasporti. Ma ha poche risorse. Risorse che potrebbero aumentare, ipotizza l’esecutivo UE, con l’introduzione di un prezzo del carbonio per tutti i combustibili prevista a partire dal 2027.

Il secondo strumento è la direttiva sulla Tassazione dell’Energia, ancora arenata in Consiglio: un progetto “aggiornato” “può accelerare ulteriormente l’elettrificazione verde del patrimonio edilizio e del sistema energetico”, scrive la Commissione.

Oggi il settore degli edifici pesa per il 42% del consumo finale di energia e oltre metà dell’uso di gas, e genera il 35% delle emissioni di gas serra da usi energetici fra riscaldamento e raffrescamento.

Elettrificazione – Coni nuovi obiettivi sulla riduzione emissioni UE al 2040 la quota di elettricità nel consumo finale di energia deve raddoppiare dal 25 a circa il 50%. Il mix elettrico tra 16 anni dovrà essere coperto al 90% da rinnovabili (per la maggior parte) e dal nucleare.

Combustibili fossili – E’ confermata la riduzione del consumo di fossili dell’80% rispetto ai livelli del 2021 che era presenta già nelle bozze precedenti. Mancano invece date certe per il phase out delle fonti fossili. Anche per il carbone, di cui si dice solo che “sarà gradualmente eliminato”. Sul petrolio, la Commissione non si spinge oltre l’affermare che quello impiegato per trasporto su gomma, mare e aria dovrà rappresentare circa il 60% dei rimanenti usi energetici dei combustibili fossili. I trasporti, dal canto loro, dovranno veder calare le emissioni dell’80% entro il 2040.