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Addio carbone? Il Sudafrica promette forte sulla riduzione delle emissioni

Riduzione delle emissioni: i nuovi NDC del Sudafrica
La centrale a carbone di Arnot, una delle più grandi del paese. By Gerhard Roux <gerhard@sundown.homeip.net> – Nokia 6280 GSM phone camera. Short taken from microlight aircraft, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3481556

Depositati i nuovi NDC, forte riduzione delle emissioni entro il 2030

(Rinnovabili.it) – Il Sudafrica fa la sua parte in vista della COP26 di Glasgow e promette una nuova, consistente riduzione delle emissioni. Anche se è soltanto il 14° paese al mondo per CO2 prodotta, impegni climatici più ambiziosi significano tagli drastici al carbone visto che questa fonte fossile domina il mix energetico con il 70% della capacità di generazione installata.

Le emissioni di gas climalteranti del paese sono cresciute a dismisura negli ultimi decenni, man mano che il Sudafrica si affermava come economia emergente. Secondo i dati dell’IEA, la CO2 emessa è aumentata di più del 75% dal 1990 e oggi si attesta a circa 428 Mt.

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Gli impegni sul clima presi a Parigi nel 2015 dalla seconda economia del continente africano lasciavano prevedere un’ulteriore crescita. La riduzione delle emissioni non sarebbe iniziata prima del 2035, preceduta da un periodo di plateau di circa 10 anni. Adesso il Sudafrica ritocca in due direzioni il suo contributo nazionale volontario (NDC, Nationally Determined Contribution) presentato il 27 settembre all’UNFCCC, la Convenzione dell’ONU sul cambiamento climatico: cambia la tempistica e scendono i livelli assoluti di emissioni.

La riduzione delle emissioni mette un tetto massimo di 510 Mt di CO2 da raggiungere al più tardi nel 2025, che dovrà poi calare a 420 Mt di CO2 – quindi sotto i livelli attuali – nel 2030. Rispetto agli NDC precedenti, la quota massima di emissioni scende del 32%, visto che a fine decennio il conto emissivo avrebbe potuto toccare le 614 Mt di CO2. E il calo viene anticipato di 10 anni rispetto al piano precedente.

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Oltre a ciò, gli NDC appena depositati formalizzano l’impegno a raggiungere la neutralità climatica non oltre il 2050 e prevedono una serie di investimenti in misure di adattamento al cambiamento climatico. Il Sudafrica è soggetto al rischio di siccità estreme, che hanno già colpito il paese negli ultimi anni. La crisi idrica è iniziata nel 2016 e già due anni dopo ha lasciato a secco Città del Capo, il terzo centro urbano per numero di abitanti (4 milioni). Anche il biennio successivo non ha risollevato molto la situazione idrica.

lm

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