"Nel 2050, ogni singola tonnellata di CO2 eq emessa dovrà essere neutralizzata da una tonnellata di CO2 rimossa", spiega la Commissione Europea
Il ruolo delle tecnologie DAC e BECC nella strategia climatica UE
(Rinnovabili.it) – “Anche se dobbiamo ridurre drasticamente l’uso del carbonio fossile, la nostra economia ne avrà ancora bisogno per funzionare […] e dovrebbe provenire da flussi di rifiuti, da fonti sostenibili di biomassa o direttamente dall’atmosfera”. Con queste parole la Commissione Europea ha dato la sua benedizione ufficiale alle tecnologie di rimozione e riciclo della CO2.
Quello che fino a pochi anni fa era il Piano B dell’azione climatica UE, è ora entrato a tutti gli effetti nell’armamentario del Green Deal europeo, come strumento di supporto al taglio delle emissioni. Gli orientamenti dell’Esecutivo sono contenuti nella nuova comunicazione sui cicli di carbonio sostenibili adottata ieri a Bruxelles. L’atto fornisce alcune indicazioni agli Stati membri su come aumentare l’assorbimento dell’anidride carbonica tramite soluzioni basate sulla natura e sulla tecnologia. E cerca di imprimere una certa urgenza.
“Nel 2050, ogni singola tonnellata di CO2 eq emessa dovrà essere neutralizzata da una tonnellata di CO2 rimossa. Tuttavia, la quantità di carbonio sequestrato annualmente dagli ecosistemi in Europa è in calo e le soluzioni industriali per la rimozione sono praticamente inesistenti”, scrive la Commissione. “Non siamo sulla buona strada per generare rimozioni sufficienti a neutralizzare le rimanenti e inevitabili emissioni di gas a effetto serra provenienti da settori come l’agricoltura, l’industria o il trasporto aereo entro il 2050″.
Carbon farming e riciclo della CO2
La strategia? Bruxelles intende punire su due strade differenti: la carbon farming e le tecnologie di cattura e riciclo della CO2. La prima racchiude una serie di pratiche e metodologie agricole volti a sequestrare il carbonio atmosferico nel suolo, nelle radici, nel legno e nelle foglie delle colture. Le seconde si riferiscono invece a tutte quelle soluzioni per catturare l’anidride carbonica dai processi produttivi (BECC) o direttamente dall’aria (DAC) trasportandola da un punto di origine a un sito di stoccaggio adeguato.
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Nel dettaglio, la comunicazione sui Cicli del carbonio sostenibili definisce azioni a breve e medio termine per sostenere la carbon farming e potenziarne il modello di business premiando i gestori del territorio. Ad esempio sfruttando la PAC e standardizzando le metodologie di monitoraggio, comunicazione e verifica. Bruxelles stima che entro il 2030, tali pratiche dovrebbero contribuire con 42 Mt di CO2 sequestrata nei cosiddetti “pozzi naturali”. L’atto mira inoltre a sviluppare anche iniziative sul carbonio blu, tramite soluzioni basate sulla natura nelle zone umide costiere e l’acquacoltura rigenerativa.
Sul fronte delle tecnologie, invece, la Commissione dialogherà con le parti interessate con l’obiettivo di far sì che almeno il 20% del carbonio presente in prodotti chimici e plastica provenga da fonti non fossili e sostenibili entro il 2030. “I modelli mostrano che l’obiettivo della neutralità climatica UE potrebbe richiedere, entro il 2050 la cattura tra 300 Mt e 500 Mt di anidride carbonica” da rifiuti, biomassa sostenibile e catturato direttamente dall’atmosfera”.
Per gestire al meglio questi nuovi flussi, sostenere le tecnologie e operare su vasta scala, l’Esecutivo UE intende sviluppare un mercato interno per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio e la necessaria infrastruttura di trasporto transfrontaliero di CO2. Lo strumento di finanziamento chiave per queste tecnologie nel breve termine è il Fondo per l’innovazione. Inoltre entro la fine del 2022, Bruxelles proporrà un quadro normativo dell’UE per la certificazione delle rimozioni di carbonio basato su regole e requisiti di contabilità solidi e trasparenti.