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Ricerca: robotica e IA possono farla progredire fino a mille volte più velocemente


Dai cambiamenti climatici alla ricerca medica, l’impiego di una robotica avanzata consentirà nel prossimo futuro enormi passi in avanti. Il robot non si stanca, lavora in autonomia, può essere comandato da remoto, processa un’enorme quantità di dati e effettua operazioni rischiose

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By Maggie Bartlett, National Human Genome Research Institute – https://www.genome.gov/dmd/img.cfm?node=Photos/Technology/Research%20laboratory&id=79299, Public Domain, Link

“Smart working” per gli scienziati che, grazie ai progressi fatti nel campo della robotica, possono controllare a distanza i loro laboratori

(Rinnovabili.it) – Robotica, intelligenza artificiale e calcolo avanzato: con loro la ricerca scientifica ha le potenzialità per progredire fino a “mille volte più veloce di quanto fatto fino ad ora.
A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università di Liverpool, che di recente hanno svelato lo scienziato robot da 100.000 sterline utilizzato in laboratorio durante questi mesi di blocco. Il robot ha lavorato ininterrottamente, processando un’enorme quantità di dati e perfezionando di volta in volta il modo di procedere nella ricerca.
Le potenzialità sono enormi ed i campi di applicazione spaziano dalla ricerca nel campo delle rinnovabili a quello delle ricerca medica. Il robot “non si annoia, non si stanca, lavora tutto il giorno e non ha bisogno di vacanze“, ha scherzato lo sviluppatore Benjamin Burger, evidenziando i numerosi vantaggi offerti da questo genere di innovazioni. 

Uno su tutti riguarda la possibilità di gestire il lavoro anche da remoto: il robot in questione – e come lui molti altri già in fase di sviluppo – può essere controllato anche a distanza e, per tanto, non richiede la presenza fisica in laboratorio. Accanto a quello dello “smart working”, il robot offre ai ricercatori un secondo e tutt’altro che indifferente vantaggio: la quantità di operazioni che, in completa autonomia, è in grado di svolgere. Può funzionare autonomamente – spiega Burger – quindi posso eseguire esperimenti da casa”. Non solo: il robot “può facilmente processare ed analizzare migliaia di campioni”, ha evidenziato ancora il ricercatore, “quindi mi libera tempo, consentendomi di concentrarmi su nuove soluzioni”.

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I campi di applicazione sono potenzialmente infiniti: attualmente, il robo-scienziato inglese sta avviando una serie di test per trovare un catalizzatore che potrebbe accelerare la reazione che si verifica all’interno delle celle solari, ma si tratta di una minima parte delle sue potenzialità. “Dal Covid ai cambiamenti climatici – ha evidenziato il prof. Andy Cooper, lo scienziato dei materiali che l’ha messo al lavoro nel suo laboratorio – ci sono molti problemi che hanno bisogno di una cooperazione internazionale. “La nostra visione – spiega Cooper – è che potremmo avere robot come questo in tutto il mondo, collegati da un cervello centralizzato” in grado di elaborare un’enorme mole di informazioni.
Inoltre, com’è per la robotica utilizzata nel campo della ricerca spaziale, macchine come questa potrebbero anche condurre esperimenti rischiosi, magari “maneggiando” sostanze tossiche in ambienti controllati.

Tanto capaci, intelligenti ed autonomi da sostituire lo scienziato in carne ed ossa? Per il momento non se ne parla: “la scienza – ha precisato il dott. Deirdre Black, responsabile della ricerca e dell’innovazione presso la Royal Society of Chemistry – avrà sempre bisogno delle persone”.

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