Le nuove misure del PNRR introdotte con il RepowerEU
(RInnovabili.it) – Pronta la proposta di revisione generale del PNRR Italia “che inizia oggi il suo iter di confronto con tutti i protagonisti all’interno del sistema paese”. Lo ha annunciato ieri sera il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, al termine della riunione della Cabina di Regia per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il progetto di modifica interessa nel complesso 144 misure dell’attuale Piano e interviene a livello formale per velocizzare il raggiungimento dei target. Ma si occupa anche di riprogrammare le risorse e gli interventi all’interno di target specifici, definanziando qua e là alcuni progetti problematici – ma con la promessa di sostenerli economicamente con fondi non PNRR – e ricollocando i finanziamenti altrove.
Come spiegato da Fitto, questa riprogrammazione delle risorse, che interessa investimenti per oltre 15 miliardi di euro, sarà alla base del nuovo capitolo RepowerUE, richiesto da Bruxelles.
I nuovi fondi e le richieste del RepowerEU
In risposta alla crisi innescata dalla guerra, a maggio 2022 la Commissione Europea il ha presentato il Piano RepowerUE, un pacchetto di misure, tra iniziative legislative, schemi non vincolanti e raccomandazioni, finalizzato ad azzerare la dipendenza energetica dalla Russia entro il 2027. Ma soprattutto ha previsto finanziamenti aggiuntivi per i nuovi progetti di autonomia energetica degli Stati membri. Per l’Italia il Regolamento UE fissa risorse aggiuntive a fondo perduto pari a 2,76 miliardi di euro, che in questo caso si sommano alle risorse riallocate dalla revisione del PNRR Italia.
PNRR Italia, cosa prevede il Capitolo RepowerEU?
“Nell’ambito del RepowerUE c’è una scelta forte del Governo di mettere in campo un’ambizione seria sulla sostenibilità ambientale ed energetica del nostro paese”, ha dichiarato Fitto in conferenza stampa. Il capitolo si organizza su tre proposte di investimento – reti energetiche, rinnovabili&efficientamento e filiere produttive – sei riforme settoriali: riduzione costi connessione alle reti della produzione di biometano; Power Purchase Agreement (PPA) rinnovabili; sviluppo di “green skill” nei settori privato e pubblico (due riforme); razionalizzazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili; Testo unico rinnovabili. Per un totale di 19 miliardi di euro di investimenti dedicati.
Il documento governativo sottolinea che il completamento dei nuovi obiettivi dovrà realizzarsi entro le tempistiche del PNRR e che le misure del capitolo REPowerEU risulteranno ammissibili solo se avviate dopo il 1° febbraio 2022. “Oltre a tener conto delle tempistiche di completamento che dovranno essere coerenti con quelle del Piano – si legge – la selezione delle singole iniziative avverrà anche sulla base di un nuovo metodo di utilizzo integrato e sinergico delle risorse nazionali ed europee”.
Reti energetiche
L’investimento sulle reti energetiche prevede da un lato misure di potenziamento di progetti già previsti nel PNRRR italiano, quali smart grid e interventi su resilienza climatica reti. Dall’altro apre le porte a nuove iniziative infrastrutturali come lo sviluppo di progetti di interconnessione elettrica transfrontaliera tra Italia, Slovenia e Austria, la pipeline Adriatica Fase 1 per il gas o la a la costruzione di una nuova unità di compressione elettrica per aumentare i flussi di gas provenienti dal Nord Africa e dall’Azerbaijan.
Transizione verde ed efficientamento
L’investimento del Capitolo RepowerEu dedicato alla transizione si compone di molteplici sotto-capitoli legati da un lato alla produzione di energie rinnovabili e dall’altro all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
- RINNOVABILI – Anche in questo cas,o accanto a misure di scale-up (ad esempio per le Valli dell’Idrogeno o per la R&S del vettore) si profilano nuovi interventi. Si va dall’investimento nella produzione di biocarburanti – 300 milioni di euro per la riconversione di raffinerie tradizionali in bio-raffinerie – ad un nuovo schema di sostegno del valore di 4 miliardi, dedicato all’innovazione digitale e verde nel sistema produttivo (Transizione 5.0 Green). Sempre in tema imprese, la proposta di modifica del PNRR Italia crea un credito di imposta a sostegno dell’autoconsumo di rinnovabili per ridurre costi energetici connessi all’attività produttiva. Investimento previsto: 1,5 miliardi di euro. A ciò si affianca una nuova “Sabatini Green” riservata a micro, piccole e medie imprese (PMI). Anche in questo caso l’oggetto è l’autoproduzione di energia pulita: a fronte della concessione di un finanziamento bancario per investimenti in impianti rinnovabili, all’impresa beneficiaria è riconosciuto un contributo a fondo perduto.
- EFFICIENTAMENTO – Tra i nuovi investimenti fanno capolino gli interventi di efficientamento energetico degli immobili pubblici, degli edifici di culto e delle caserme da individuare con successivo decreto, così come elettrificazione delle banchine portuali per la riduzione delle emissioni delle navi. Nasce poi l’Ecobonus sociale. Il costo dell’investimento complessivo è di 4 miliardi di euro divisi in parti uguali per il 2024 e il 2025 e supporta l’efficientamento energetico delle abitazioni private indirizzando l’incentivo fiscale “esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito”.
Le riforme introdotte nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza
Si va dalla riduzione dei costi di connessione degli impianti per la produzione di biometano, anche prevedendone la priorità, alla mitigazione del rischio finanziario associato ai contratti di lungo termine per le rinnovabili, i cosiddetti PAA. L’obiettivo su questo fronte è realizzare una piattaforma di mercato organizzato per la negoziazione dei PPA rinnovabili tra produttori e 144 consumatori finali. Ma tra le riforme introdotte dal Capitolo RepowerUE c’è anche un nuovo “Piano Nuove Competenze Transizioni” per aggiornare il quadro regolatorio della formazione in vista della transizione energetica unitamente ad formazione specialistica e avanzata per i dipendenti della PA. Si rifà viva l’idea di tagliare i sussidi ambientalmente dannosi. Tra le riforme infatti appare “l‘impegno a intraprendere la mappatura della programmazione temporale e la elaborazione di un decreto-legge che stabilisca il percorso pluriennale e i livelli di priorità per la razionalizzazione ed eliminazione dei sussidi inefficienti ai combustibili fossili”.
L’ultima delle riforme previste riguarda il TU per l’autorizzazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili e mira a semplificare e coordinare le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano il comparto. Predisposto dal MASE in accordo con il Ministro per le riforme, il testo unico dovrebbe far proprie le indicazioni introducendo procedure autorizzative completamente digitali e comunicazioni elettroniche per sostituire l’uso della carta. Insieme ad un manuale online delle procedure, che raccolga modelli per domande, studi e dati ambientali.