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Rete gas fossile, cosa deve fare l’Italia per preparare il phase out?

Rete gas fossile: l’Italia non si prepara al phase out
via depositphotos.com

C’è una “significativa disconnessione” tra come i paesi europei pianificano la propria rete gas fossile e la pianificazione strategica relativa al raggiungimento degli obiettivi climatici. In pratica, l’Italia, insieme a Danimarca, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Belgio e Austria, pensa di sviluppare o mantenere questa infrastruttura fossile basandosi su modelli di consumo storici. Dando poco spazio alla “necessità di ridurre il consumo di gas fossile in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione”.

Questa disconnessione è un ostacolo “sostanziale” alla transizione verso un sistema energetico sostenibile. E sottolinea la necessità di una pianificazione “più coesa” e “allineata al clima”. Lo sostiene uno studio del think tank tedesco Öko-Institut e del Regulatory Assistance Project pubblicato di recente.

Una gestione sostenibile della rete del gas fossile

Quali sono le barriere regolatorie che frenano l’abbandono graduale del gas fossile? Che ruolo gioca la gestione della rete del gas fossile? Come ricalibrarla in modo più consono agli obiettivi della transizione energetica? Per rispondere a queste domande, lo studio passa al vaglio gli aspetti normativi e tecnici dietro la gestione dell’infrastruttura di distribuzione del gas in 7 paesi europei e identifica le misure a cui dare priorità per allineare la traiettoria di questa fonte fossile a quella della transizione.

Dal lato della normativa, molti dei paesi analizzati presentano delle lacune importanti:

Le priorità per l’Italia

Per migliorare il quadro normativo per le infrastrutture del gas in Italia, lo studio propone 5 aree di intervento prioritario:

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