Il Piano del 2009 – puntualizza Morroni - contemplava, infatti, la localizzazione di un termovalorizzatore nel territorio del subambito 2
Avrebbe avuto la capacità di 278.000 t/anno di cui 242.000 costituiti da rifiuti urbani
Perugia, 17 giu. 022 – “È stata respinta dal Servizio regionale competente l’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale presentata dalla società Waldum Tadinum Energia e relativa al progetto di impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione di rifiuti nel territorio di Gualdo Tadino”. Lo comunica il vicepresidente della Regione e assessore all’Ambiente, Roberto Morroni, sottolineando che “tali impianti sono oggetto della programmazione regionale a cui compete in via esclusiva disciplinarne scelte e contenuti”.
“Una richiesta improcedibile e dunque archiviata, come notificato ieri alla stessa società, in quanto si tratta – evidenzia – di un progetto non coerente con il Piano regionale dei rifiuti vigente, quello del 2009, e tantomeno in linea con i criteri del nuovo Piano regionale che entro la fine dell’anno prevediamo di approvare e che fissa obiettivi, azioni e procedure ben precise per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti”.
“Il Piano del 2009 – puntualizza Morroni – contemplava, infatti, la localizzazione di un termovalorizzatore nel territorio del subambito 2, del quale il Comune di Gualdo Tadino non fa parte”.
“Inoltre, la proposta progettuale – spiega – presentava un forte disallineamento a livello dimensionale con quanto definito dalla pianificazione regionale. Si prevedeva, infatti, di realizzare un impianto di incenerimento di rifiuti con recupero energetico della capacità di 278.000 tonnellate/anno di cui 242.000 costituiti da rifiuti urbani o decadenti dal trattamento di rifiuti urbani. Una capacità sovradimensionata – rileva – rispetto all’impianto che abbiamo intenzione di realizzare, limitato a un massimo di 160mila tonnellate all’anno, corrispondente al solo fabbisogno di incenerimento dei rifiuti prodotti all’interno del territorio regionale, nel rispetto dei principi comunitari di autosufficienza e prossimità”.
“Anche se la proposta progettuale fosse stata rispondente ai fabbisogni dell’Umbria, sarebbe stata comunque in contrasto con la normativa regionale – prosegue Morroni – per quanto riguarda l’iter. Competenze e cronoprogramma, come abbiamo evidenziato ieri presentando il nuovo Piano regionale, sono ben chiari: è l’AURI, l’Autorità pubblica preposta all’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, che deve provvedere alla localizzazione e, con procedure di evidenza pubblica, all’affidamento dell’incarico di progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto nel rispetto dei criteri localizzativi e dimensionali approvati con il Piano regionale”.