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Relazione Arera: Mercato tutelato ora più conveniente del Mercato Libero

Relazione Arera: Mercato tutelato ora più conveniente del Mercato Libero
Foto di Frauke Riether da Pixabay

di Paolo Travisi

Dopo la volatilità dei prezzi innescata dagli effetti della guerra russa, il settore dell’elettricità italiano migra verso una nuova normalità. E il Mercato Libero perde quella “convenienza” rispetto al Mercato Tutelato acquisita durante la crisi energetica del 2022. Si, perché le tariffe del regime di maggior tutela, finito il 30 giugno scorso ad esclusione dei clienti vulnerabili, sono tornate ad essere più basse. Eppure la transizione non si è arrestata e dal 1° luglio 2024 oltre il 76,5% degli utenti risulta essere nel Mercato Libero.  A sottolinearlo è la fotografia scattata dalla Relazione Annuale di Arera presentata in Parlamento.

Dal 2008 prosegue la crescita tendenziale verso il mercato libero

Numeri alla mano: alla fine del 2023 gli utenti domestici erano 30,2 milioni, di cui poco meno di 8,9 milioni serviti in maggior tutela e circa 21,4 milioni nel mercato libero. I punti domestici serviti nel mercato libero, sono saliti dal 64,8% del 2022 al 70,7% del 2023, (acquistando il 75,5% dei volumi totali), come evidenzia Arera nel documenti, secondo il quale dal 2008 ad oggi, la diminuzione della quota di consumatori a maggior tutela è stata progressiva, a vantaggio – si fa per dire – dei clienti passati al mercato libero.

Besseghini: “Servizio a tutele graduali più economico di 113 all’anno”

La tutela, lo ricordiamo, per i clienti non vulnerabili è finita il 30 giugno del 2024, e da quel momento poco più di 3 italiani su 4 sono entrati nel mercato libero, senza la possibilità per i clienti non vulnerabili di tornare al regime di tutela dove i prezzi e le condizioni contrattuali erano stabiliti dall’Autorità; è stato lo stesso Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, nel corso della presentazione della Relazione annuale ad evidenziare che “il risultato delle aste ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 euro all’anno a parità di tutti gli altri costi”. Infatti, dal 1° luglio circa 14,7 milioni di utenti sono nel mercato libero, di cui 8,4 milioni sono i clienti vulnerabili che lo hanno scelto e solo 3,6 milioni di consumatori domestici sono entrati nel Servizio a tutele graduali, risparmiando, almeno fino al 31 marzo 2027, perché il Servizio ha una durata triennale. (Rinnovabili ne aveva parlato in questo precedente articolo.)

Tornando al rapporto, infatti, si legge che “dopo la parentesi del 2022, il mercato libero presenta nuovamente valori superiori al servizio di maggior tutela, salvo che per i clienti con i consumi annui più elevati (superiori a 5.000 kWh/anno)”. Ma il passato è passato ed ora dobbiamo solo attenderci bollette più care. Ricorda ancora Besseghini: “Oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati e vale la pena ricordare che da sempre il prezzo medio per i clienti della maggior tutela è stato stabilmente inferiore, con la sola eccezione della fase più acuta dell’emergenza prezzi”

Secondo la Relazione Arera in merito al servizio di maggior tutela i primi risultati dell’indagine annuale sui settori regolati mostrano che “nel 2023 sono stati venduti nel servizio di maggior tutela 14,2 TWh a circa 9,2 milioni di punti di prelievo. Rispetto al 2022 i consumi sono scesi di 7,4 TWh (-34%), mentre i punti di prelievo serviti sono diminuiti di 3 milioni di unità (-24,2%)”.

Mercato libero, gli utenti scelgono le offerte a prezzo fisso e privilegiano fonti rinnovabili

E veniamo alle preferenze degli utenti domestici. Nel 2023, il 66,8% ha sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso, mentre il 33,2% ha preferito il prezzo variabile, mentre l’anno precedente, forse anche per effetto “della diminuzione della disponibilità di contratti a prezzo fisso”, il 76,7% aveva optato per l’offerta a prezzo fisso e solo il 23,3% per la variabile. Il prezzo medio? Nel 2023 c’è stato un calo che ha avuto un impatto significativo sui contratti a prezzo variabile; infatti i clienti domestici hanno pagato mediamente 227,33 €/MWh per la componente energia, un buon risparmio, circa 150 €/MWh in meno rispetto al 2022. Da sottolineare che per quanto riguarda la presenza di servizi aggiuntivi, il 51,7% di utenti ha preferito l’acquisto di energia prodotta da fonti rinnovabili.

La classifica degli operatori: la Top 5

Dando uno sguardo alla classifica degli operatori energetici, resta saldamento in testa il gruppo Enel, operatore dominante del mercato elettrico italiano con una quota del 33,8%, anche se la percentuale viene leggermente rosicchiata, infatti è in lieve diminuzione rispetto al 36,3% del 2022. Al secondo posto A2A con una quota dell’8,4%, seguito in terza posizione da Hera pari al 5,9%, (che nel 2022 era 5°), mentre perde una posizione rispetto al 2022, che diventa quarta Edison con il 5,4% e chiude la top5, Axpo Group con un 5% netto.

Anche le microimprese nel servizio a tutele graduali

Dopo il passaggio delle Pmi al mercato libero, anche per le microimprese, dal 1° aprile 2023 è finita la tutela e da quel momento, per gli imprenditori che non avessero fatto richiesta di passare al libero mercato, si è attivato il Servizio a Tutele Graduali senza nessuna interruzione della fornitura. Secondo le stime elaborate a partire dall’Indagine annuale, nel 2023 questo tipo di clientela non domestica ha consumato circa 1,5 TWh per circa 827 mila punti di prelievo, con un consumo medio di 1.865 kWh. Il Servizio è erogato dalle società aggiudicatarie della gara bandita sulle 12 aree territoriali in cui è stato suddiviso il Paese, il prezzo del servizio è unico a livello nazionale.

Bonus sociali contro caro bolletta: elargiti 7,5 milioni di bonus. A chi spetta nel 2024?

Nel corso del 2023 sono stati elargiti 7,5 milioni di bonus sociali, dopo che l’ARERA ha esteso il meccanismo automatico di sconto alzando la soglia ISEE a 15.000 euro. Una modifica sostanziale ed inclusiva che ha allargato la forbice del bonus a 1,5 milioni di famiglie con ISEE superiore a 9.530 euro, (il tetto precedente), ma inferiore ai 15mila fissati. Dei circa 7,5 milioni di bonus, più della metà, pari a 4,6 milioni sono stati destinati a coprire le spese per l’energia elettrica e 3 milioni per il gas: tradotto in soldi, ai bonus elettrici sono andati 1.427 milioni di euro, mentre 716 milioni di euro per i bonus gas.

Cosa è cambiato? Con il 2023 è giunto al termine il sistema di bonus sociale in vigore negli ultimi 2 anni, e dal 1° aprile 2024 si è ridotto l’importo del bonus sociale bollette, che ha perso il contributo straordinario prolungato al primo trimestre dell’anno dalla Legge di bilancio 2024. Dal 1° aprile 2024, dunque, possono ottenere il bonus sociale bollette i nuclei familiari con ISEE fino a 9.530€ che si estende fino a 20.000 per famiglie con quattro o più figli a carico. Inoltre hanno diritto al bonus anche i percettori di pensione e reddito di cittadinanza e le famiglie in condizioni di disagio fisico, in cui sia presente almeno un membro che necessita di apparecchiature elettromedicali con funzione vitale.

Relazione ARERA: i Reclami dei consumatori

In cima ai reclami che i consumatori avanzano alle imprese che forniscono gas ed energia elettrica, c’è un pensiero fisso: la fatturazione. Nel 2023, ci dice la Relazione Arera, sono stati ben 526.623 i reclami rivolti alle imprese, di cui il 61,84% da parte di clienti del settore elettrico. Quando si arriva al servizio clienti, gli argomenti più comuni di famiglie ed aziende del settore elettrico sono la fatturazione nel 42,54% dei casi, sintomo di una difficoltà da parte degli utenti nell’interpretare la bolletta, i contratti (17,42%), il mercato (8,61%%). A fronte di reclami, rettifiche e richieste di informazioni, per la gran parte provenienti dal mercato libero, sono stati pagati oltre 65 mila indennizzi ai clienti nell’anno, principalmente per ritardi nella risposta ai reclami (97%), per un importo complessivo di oltre 2,8 milioni di euro.

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