Rinnovabili • Flaring di gas: emette 5 volte più metano del previsto

Ok al regolamento UE sulle emissioni di metano: giro di vite sull’oil&gas (import incluso)

L’Europa si presenterà alla Cop28 di Dubai con un accordo per tagliare le emissioni di metano del settore energetico, che si applica per la prima volta anche alle importazioni di oil&gas

Flaring di gas: emette 5 volte più metano del previsto
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Nella notte i co-legislatori UE hanno trovato l’intesa definitiva

(Rinnovabili.it) – Arriva alle 3 del mattino l’accordo finale sul nuovo regolamento UE sulle emissioni di metano. Un provvedimento con cui Bruxelles affronta per la prima volta anche le emissioni di CH4 generate dall’importazione delle fossili, quindi generate in paesi terzi.

Un “grande risultato nel quadro del pacchetto “Fit for 55””, lo definisce la ministra all’Ambiente spagnola Teresa Ribera, che ha guidato per il Consiglio i negoziati con il Parlamento europeo. Risultato che permette a Bruxelles di presentarsi alla Cop28 di Dubai, tra due settimane, avendo fatto i compiti a casa. “L’estensione alle importazioni”, commenta il relatore del regolamento per l’Europarlamento, Jutta Paulus, “avrà ripercussioni a livello mondiale. Sono molto lieto che andremo alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Dubai a piene mani: l’UE mantiene il Global Methane Pledge.

Tutti i dettagli del regolamento UE sulle emissioni di metano

Nonostante i commenti più che positivi dei co-legislatori, in realtà il regolamento UE sulle emissioni di metano copre solo una porzione delle fonti antropiche di CH4. Si applicherà, infatti, al settore energetico, ma non anche all’agricoltura e all’allevamento, come aveva provato a chiedere l’Europarlamento. Da questi settori dipende ben il 53% delle emissioni di metano generate nell’UE.

Un punto importante, invece, è l’inclusione delle importazioni fossili. Seguendo un principio simile a quello che sta alla base di altri provvedimenti del pacchetto Fit for 55, su tutti il meccanismo di tariffazione della CO2 alla frontiera (il CBAM), l’Europa usa la legislazione interna e il suo peso economico per spingere i fornitori ad adottare politiche più ambiziose sul clima. Dal 2027, secondo l’accordo, tutti i paesi che forniscono gas e petrolio all’UE dovranno adeguarsi agli standard del vecchio continente in fatto di monitoraggio e reportistica. L’Europa importa l’80% delle fossili che consuma annualmente.

Sulla base dei dati in arrivo dai fornitori, la Commissione entro tre anni produrrà una suddivisione in classi emissive dei prodotti importati, sulla cui base quelli che ricadono nelle classi più inquinanti potranno essere vietati.

Quanto ai nuovi obblighi introdotti per il settore energetico, l’intesa raggiunta nella notte fissa a 17 grammi di metano all’ora la soglia oltre la quale bisogna rilevare e intervenire sulle fuoriuscite di CH4 da condotte sottomarine, a 5 grammi per quelle interrate e a 1 grammo per quelle in superficie. Soglie che però potrebbero variare già un anno dopo l’entrata in vigore del regolamento, su iniziativa della Commissione.

Gli operatori dovranno riparare il leak entro 5 giorni dalla rilevazione e dotarsi nel giro di pochi mesi di piani dettagliati per la gestione delle fuoriuscite. I co-legislatori hanno inoltre deciso di vietare venting e flaring del metano dalle stazioni di drenaggio entro il 2025 e entro il 2027 dai pozzi di ventilazione. Divieto che vale anche per le miniere di carbone, incluse quelle abbandonate.