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Rinvio a fine 2025 per la legge UE sulla deforestazione, ma niente esenzioni

Regolamento Deforestazione UE: rinvio al 30 dicembre 2025
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Sì al rinvio di 1 anno, no alle esenzioni introdotte in extremis dal PPE e l’estrema destra 2 settimane fa. Il tormentato iter del Regolamento sulla Deforestazione UE si conclude con l’accordo politico tra Consiglio UE e Parlamento raggiunto il 3 dicembre. A fine mese sarebbero scattati i nuovi obblighi per le aziende, previsti dal Regolamento UE 2023/1115 sulla deforestazione (EUDR).

Rinvio a fine 2025

L’accordo conferma il rinvio di 12 mesi per tutte le categorie di imprese interessate. Nello specifico, le nuove regole per prevenire la deforestazione nell’UE saranno applicate dal 30 dicembre 2025 per medie e grandi aziende, mentre le micro e piccole imprese avranno tempo fino al 30 giugno 2026 per adeguarsi.

In questo modo, l’Europa punta a garantire che le aziende abbiano tempo a sufficienza per adeguarsi e riuscire a rispettare i nuovi requisiti.

Bruxelles snellirà oneri burocratici

Contestualmente, la Commissione si impegna a supportare ulteriormente le imprese in questo passaggio delicato. La critica principale mossa al Regolamento Deforestazione UE – e la 1° causa del rinvio – è l’onere amministrativo e burocratico eccessivo.

La nuova legislazione chiede alle imprese più trasparenza e un monitoraggio puntuale lungo l’intera catena di fornitura dei prodotti per individuare eventuali rischi di alimentare la deforestazione in altre parti del mondo (la cosiddetta “deforestazione importata”). La Commissione continuerà a studiare come snellire procedure e rendere più agevole la due diligence richiesta.

Su richiesta del Parlamento UE, l’esecutivo comunitario si è impegnato anche a fornire tutti i dettagli e gli strumenti almeno 6 mesi prima dell’entrata in vigore dei nuovi obblighi. In particolare, la Commissione dovrà garantire che il Sistema Informativo (per le dichiarazioni di due diligence) e la proposta per la classificazione del rischio per i vari paesi siano definitivi e pubblici entro giugno 2025.

No alle esenzioni per paesi a basso rischio

Su quest’ultimo punto, l’accordo politico non ha dato via libera alle esenzioni volute da PPE e estrema destra. L’accordo provvisorio raggiunto in Parlamento a metà novembre, infatti, aveva creato una nuova categoria di paesi a rischio zero o molto basso, per i quali i requisiti del Regolamento sarebbero stati estremamente diluiti o cancellati. In questa categoria dovevano ricadere soprattutto i paesi membri dell’UE. La norma infatti si applica anche ai prodotti che l’UE esporta, dunque riguarda anche le aziende con sede e filiera in UE.

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