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Riforma del regime sugli aiuti di Stato, l’UE accelera del 20% i tempi della decarbonizzazione

Regime UE aiuti di Stato: riforma in consultazione pubblica
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Allentamento delle procedure di gara obbligatorie. Più enfasi sulla neutralità tecnologica, con aperture anche a soluzioni prima disincentivate. Possibilità per gli stati membri di eguagliare i sussidi offerti da paesi terzi, per evitare la delocalizzazione delle attività. Sono alcuni degli elementi che spiccano nella proposta di modifica del regime UE sugli aiuti di Stato pensata per accelerare l’attuazione del Clean Industrial Deal e in consultazione pubblica fino al 25 aprile.

Una spinta all’attuazione del Patto per l’Industria Pulita

Il nuovo quadro, ufficialmente Clean Industrial Deal State Aid Framework (CISAF), è lo strumento destinato a ridefinire le regole degli aiuti di Stato per accelerare la transizione verde. Si innesta sul solco tracciato dal Temporary Crisis and Transition Framework (TCTF), adottato nel 2023 come risposta alle turbolenze energetiche post-invasione russa dell’Ucraina.

TCTF che non riesce ad accelerare a sufficienza gli investimenti nella decarbonizzazione. A giugno 2024, dicono i dati della Commissione UE, erano stati approvati 47 miliardi di euro di aiuti attraverso le disposizioni transitorie del TCTF, ma solo 2,4 miliardi risultano effettivamente erogati

Il divario tra fondi allocati e spesa effettiva ha convinto Bruxelles ad adottare una riforma strutturale che garantisca maggiore certezza temporale – il CISAF sarà valido fino al 2030 – e procedure più snelle per l’implementazione degli aiuti.

Cosa cambia con il CISAF, il nuovo regime UE aiuti di Stato

Vediamo nel dettaglio quali sono le novità introdotte nella bozza del nuovo regime UE sugli aiuti di Stato e quale può essere il loro impatto.

Deroghe agli appalti pubblici

Il CISAF introduce importanti deroghe al principio generale degli appalti pubblici. Consente agli stati membri di attivare schemi di aiuto senza gara obbligatoria per l’idrogeno rinnovabile e altre “tecnologie meno mature”.

Per i progetti eolici e solari rimane l’obbligo di procedure competitive. Ma con tempistiche accelerate e criteri di aggiudicazione più flessibili, e legati alle specificità dei mix energetici nazionali.

Tempistiche vincolanti

Altro elemento rilevante è la previsione di timeline vincolanti per l’implementazione dei progetti. Gli stati dovranno definire scadenze precise per l’entrata in funzione degli impianti, con penali in caso di ritardi. Il meccanismo è mutuato dal REPowerEU e punta a superare i colli di bottiglia autorizzativi che hanno frenato lo sviluppo delle rinnovabili nell’ultimo triennio.

Neutralità tecnologica (solo con riduzione delle emissioni)

Rispetto al TCTF, il CISAF amplia gli orizzonti della decarbonizzazione industriale: abbandona i criteri prescrittivi sulle tecnologie ammissibili. Gli aiuti potranno essere concessi a qualsiasi progetto in grado di dimostrare riduzioni emissive equivalenti ad almeno il 40% rispetto ai livelli del 2021, indipendentemente dal percorso tecnologico scelto.

Le nuove soglie del regime UE sugli aiuti di Stato

Le soglie massime di aiuto proposte dalla Commissione UE variano in base alla tipologia di intervento:

Pochi i vincoli. Per i progetti di grossa taglia, superiori a 200 milioni di euro, gli stati dovranno dimostrare che il contributo pubblico non ecceda il funding gap del progetto.

Quali investimenti copre il CISAF?

Il nuovo quadro UE estende il perimetro degli aiuti all’intera catena del valore delle tecnologie verdi. Include per la 1° volta i componenti critici (come catodi per batterie e wafer solari) e le materie prime essenziali (litio, terre rare). 

I tetti massimi degli aiuti scendono a 75 milioni per progetto (-50% rispetto al TCTF), ma con deroghe fino a 150 milioni per le regioni meno sviluppate.

Misure anti-delocalizzazione

Particolarmente significativa è la clausola di matching offerte extra-UE, che consente agli stati membri di eguagliare gli incentivi offerti da paesi terzi per evitare la delocalizzazione degli investimenti.

Questa misura, richiesta a gran voce dall’industria europea dopo l’approvazione dell’Inflation Reduction Act statunitense, è però circoscritta da salvaguardie anticompetitive: vietati i sussidi per progetti che comportino semplici delocalizzazioni intra-UE.

L’impatto atteso del nuovo regime UE aiuti di Stato

L’adozione definitiva è prevista a giugno 2025 e lascerà agli stati membri 6 mesi per recepire il framework nei piani nazionali. I primi effetti sono attesi già nel primo trimestre 2026.

Secondo le stime della Commissione, il CISAF potrebbe mobilitare fino a 120 miliardi di investimenti pubblici e privati entro il 2030. E accelerare del 15-20% i tempi di decarbonizzazione rispetto agli scenari attuali.

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