Ok dell’europarlamento ai criteri di spesa per le risorse del Recovery Fund e del bilancio UE
(Rinnovabili.it) – Via libera del parlamento europeo al bilancio comunitario per il prossimo settennato e al Recovery Fund: l’assemblea ha trovato l’accordo ieri. Senza ridurre troppo le ambizioni di una ripresa realmente verde, almeno rispetto ai criteri che erano stati fissati in precedenza dal presidente del Consiglio dell’UE, Charles Michel. Anche se alcune proposte che avrebbero reso il pacchetto ben più ambizioso sono state cassate.
In generale, va detto che questo accordo potrà essere valutato davvero nel merito solo quando saranno disponibili anche i vari piani nazionali. Ogni paese deve presentare alla Commissione un piano dettagliato fino al 2024 per accedere alle risorse del Recovery Fund. Tanto quindi dipende da come gli Stati sapranno orientare i finanziamenti, facendo leva sulle specificità nazionali.
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Sotto altri aspetti bisognerà invece aspettare di meno. Una parte non trascurabile dell’efficacia del Recovery Fund infatti dipenderà dalla tassonomia verde dell’UE, la lista degli investimenti ritenuti sostenibili che la Commissione sta aggiornando proprio in queste settimane. E’ un documento importante perché regola, ad esempio, la possibilità o meno di investire in alcune fossili come il gas. Al momento, l’ultima bozza di tassonomia verde esclude anche il gas, fissando dei criteri per considerare verde il finanziamento a nuove strutture che nessun impianto in Europa rispetta.
Bisognerà comunque attendere il documento finale, dove sarà importante anche vedere come l’esecutivo europeo deciderà di risolvere il nodo del nucleare. I paesi dell’est, Polonia in testa, hanno già fatto sapere di voler puntare sull’atomo per abbandonare il carbone. E iniziare una loro versione di transizione energetica che permetta loro di rispettare gli obiettivi UE di neutralità climatica.
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Nel Recovery Fund, per il momento, restano i macro-criteri da seguire. Il 30% dei finanziamenti, per ciascun paese, dovrà essere impiegato per progetti verdi. Stessa soglia anche per il nuovo budget UE. Si garantisce poi che il 7,5% della spesa annuale sia dedicato agli obiettivi di biodiversità a partire dal 2024. Cifra che salirà al 10% dal 2026 in poi. E soprattutto resta inalterato il principio del ‘non nuocere’ (do not harm). Orienterà qualsiasi impiego dei fondi ed è una misura che facilita l’allineamento con gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi sul clima.
“Il prossimo bilancio a lungo termine garantirà il clima e la biodiversità – commenta il co-relatore dei Greens/EFA Rasmus Andresen – Il 30% del budget sarà speso per il clima. Attuando il principio di non nuocere, avremo uno strumento potente per espellere i progetti che danneggiano il clima dal bilancio europeo. Il Parlamento europeo si è battuto con successo per un obiettivo di spesa per la biodiversità, che sarà attuato dopo che le istituzioni europee avranno lavorato in stretta collaborazione su una metodologia della biodiversità nei prossimi anni”.
Per l’eurodeputato è abbastanza per essere ottimisti per il futuro: “Abbiamo solo pochi anni per risolvere la crisi climatica e salvare la natura. L’accordo è un inizio verso un bilancio climatico europeo”.