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Recepimento RED III, la Commissione Ue richiama l’Italia

Recepimento RED III, la Commissione Ue richiama l'Italia
Foto di Sungrow EMEA su Unsplash

Recepimento RED III, inviate le lettere di messa in mora

L’ultima Direttiva europea sulle energie rinnovali, conosciuta anche come RED III, avrebbe già dovuto  vedere le prime disposizioni entrare a far parte degli ordinamenti nazionali. Peccato che dei ventisette Stati membri solo uno – la Danimarca – ha fatto i compiti a casa.  Lo rivela oggi la Commissione Europea pubblicando il nuovo pacchetto di infrazioni in materia energetica. Tra i ritardatari fa capolino anche l’Italia che, assieme ad altre 24 nazioni, non è riuscita a far proprie le norme UE entro il termine previsto. Innescando così l’avvio della procedura di infrazione con le lettere di messa in mora.

Il recepimento della RED III si muove su due deadline: 1° luglio 2024 e 21 maggio 2025. Questa differenziazione dei termini si è resa necessaria dal momento che una parte delle norme inserite nella Direttiva è espressamente mirata a velocizzare gli iter autorizzativi delle FER, in virtuale raccordo con il regolamento di emergenza sul permitting 2022/2577.

Nel dettaglio le disposizioni da recepire negli ordinamenti nazionali entro il primo luglio riguardano la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile che per quelli infrastrutturali. Includono inoltre limiti temporali chiari per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti, il rafforzamento del ruolo dello sportello unico per le domande e la presunzione che i progetti di energia rinnovabile e la relativa infrastruttura di rete siano di interesse pubblico prevalente.

Il testo riporta, ad esempio, che la procedura di rilascio delle autorizzazioni per la revisione della potenza degli impianti rinnovabili, per i nuovi impianti di potenza elettrica inferiore a 150 kW e per quelli stoccaggio dell’energia co-ubicati, e situati al di fuori dalle cosiddette zone di accelerazione non duri più di 12 mesi. Due anni nel caso di progetti offshore.

Peccato che solo la Danimarca abbia notificato in tempo il lavoro di integrazione di queste misure nella propria legislazione. L’Italia e gli altri Stati Membri sono stati pertanto richiamati dalla Commissione europea con lettere di costituzione in mora. I paesi hanno ora due mesi per rispondere e completare il recepimento della RED III. In assenza di una risposta soddisfacente, l’Esecutivo UE potrà decidere di emettere un parere motivato.

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