Legambiente ha presentato oggi a Roma il rapporto Ecomafia 2022
(Rinnovabili.it) – Nel 2021 scendono -anche se di poco- gli ecoreati in Italia. Ma si fanno sentire di più corruzione e illeciti amministrativi. I reati contro l’ambiente accertati sono ancora su livelli alti: 3,5 ogni ora, 84 al giorno, più di 30mila l’anno. Anche se rispetto al 2020 sono in calo di oltre il 12%. E crescono gli arresti, a quota 368, quasi +12% sull’anno prima. Se si sommano anche i reati amministrativi -quasi 60mila- la fotografia che si ottiene è quella di un paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente. Una ‘industria’, quella della criminalità ambientale, che è ancora fiorente e vanta un fatturato di 8,8 mld euro annui. Sono i numeri contenuti nel rapporto Ecomafia 2022 presentato oggi da Legambiente.
Tutti i numeri del rapporto Ecomafia 2022
A guidare le ‘filiere illegali’ continua a essere il cemento, che pesa per quasi un terzo (il 31%) degli ecoreati complessivi. Al secondo posto i rifiuti, dove i numeri presentati dal rapporto Ecomafia 2022 sono incoraggianti.
È l’ambito in cui si registrano più arresti (287, quasi +26% sul 2020) e sequestri (3.745, +15%). Crescono anche le inchieste sui rifiuti, 38 contro le 27 del 2020. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 mln di t. Riempirebbero 95mila tir, abbastanza da formare una coda ininterrotta da Reggio Calabria alla Svizzera. E tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti: il Conoe stima che ben 15mila t l’anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi.
Gli altri ambiti dove si registrano più illeciti sono quello dei reati contro la fauna, arrivati oltre i 6.200 nel 2021, e quelli contro il patrimonio boschivo. Che l’anno scorso -l’annus horribilis per gli incendi in Italia– sono lievitati del 27,2%.
La mappa degli ecoreati nel Belpaese colora di rosso Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Secondo il monitoraggio del rapporto Ecomafia 2022 sono ancora una volta le 4 regioni di origine della tradizionale presenza mafiosa in Italia a raccogliere il maggior numero di ecoreati: il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. A livello provinciale, invece, la classifica punisce Roma, che con 1.196 episodi di ecocriminalità supera Napoli.
“Il quadro che emerge dalla lettura del nostro Rapporto Ecomafia 2022 continua a essere preoccupante – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. È fondamentale non abbassare la guardia nei confronti degli ecocriminali, ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi finanziamenti dei bandi del PNRR, molti altri ne verranno aggiudicati nel prossimo futuro, e presto si apriranno i tanti cantieri dell’agognata transizione ecologica. In tutto ciò il sistema di prevenzione e repressione dei reati descritti in questo Rapporto non è stato rafforzato come si sarebbe dovuto fare”.