Rinnovabili • raffinerie di petrolio Rinnovabili • raffinerie di petrolio

UE: Le raffinerie di petrolio scelgono la neutralità climatica

FuelsEurope, l’associazione che rappresenta dell'industria europea della raffinazione, ha presentato stamane un piano da 650 miliardi di euro per decarbonizzare completamente i carburanti per il trasporto entro il 2050. Ma gli ambientalisti restano scettici.

raffinerie di petrolio
Photo by form PxHere

Il piano Clean Fuels for All delle raffinerie di petrolio non convince i gruppi verdi

(Rinnovabili.it) – Le raffinerie di petrolio europee presentano il primo piano per raggiungere la neutralità climatica. Nessuna corsa in velocità ma una pacata passeggiata verso la decarbonizzazione al 2050. A comunicarlo è oggi FuelsEurope, la lobby che rappresenta l’industria dei carburanti petroliferi nel vecchio Continente. L’associazione ha rilasciato stamane Clean Fuels for All (Combustibili puliti per tutti), un documento che mostra come raggiungere il target delle zero emissioni.

Un percorso quasi obbligato per l’industria della raffinazione e non solo a causa dell’ultimatum del clima. Man mano che avanzerà la mobilità elettrica e la decarbonizzazione dei trasporti, le raffinerie di petrolio dovranno fare i conti con una domanda di combustibili tradizionali in calo. Il settore si aspetta, per la metà del secolo, che il consumo dei combustibili liquidi si riduca a poco più di un terzo rispetto la situazione odierna.

Leggi anche Bioraffineria, dagli oli vegetali di scarto il nuovo petrolio

In questo contesto, il nuovo piano definisce come i combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio potrebbero sostenere il settore dei trasporti europei nella rivoluzione energetica. Mantenendo, ovviamente, un ruolo centrale per l’industria della raffinazione petrolifera. “Entro il 2050 al massimo, ogni litro di carburante liquido per il trasporto potrebbe essere neutro dal punto di vista climatico, consentendo così la decarbonizzazione del trasporto aereo, marittimo e stradale”, scrive FuelsEurope. 

Questo percorso, sostiene l’industria, potrebbe ridurre le emissioni dei trasporti nel 2035 fino a 100Mt di CO2 l’anno. E non richiederà alcuna infrastruttura aggiuntiva o modifica ai veicoli già in circolazione. “Nel 2050, a seconda dello scenario e dell’evoluzione dei costi tecnologici, si potrebbero produrre fino a 150 milioni di carburanti” a bassa CO2. Nel dettaglio, il comparto ritiene che per la metà del secolo si possano decarbonizzare completamente i carburanti stradali e dimezzare l’intensità di carbonio per aerei e navi.

L’associazione stima che saranno necessari investimenti fino a 650 miliardi di euro per azzerare le emissioni del comparto. Per arrivare alla meta occorreranno, però, anche cambiamenti in materia fiscale e politica, ha affermato FuelsEurope, invitando i responsabili politici a progettare un quadro abilitante per la diffusione dei combustibili low carbon.

Leggi anche Piani aziendali: le compagnie petrolifere e il futuro post-covid

Il piano si è duramente scontrato con il fronte ambientalista europeo. Transport and Environment (T&E), raggiunta da Euractiv, non ha esitato a definire il percorso delle raffinerie di petrolio un semplice esercizio di pubbliche relazioni. “Il gioco di pubbliche relazioni dell’industria petrolifera è migliorato – ha affermato William Todts, direttore esecutivo di T&E  – ma non c’è nulla di nuovo nelle loro proposte che in realtà riguardano il perpetuare la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di petrolio”.