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Proteste per il clima: a Luetzerath vincono la lignite e i gas serra

Proteste per il clima: a Luetzerath vincono la lignite e i gas serra
crediti: Action Ticker Lützerath

Iniziato stamattina lo sgombero del piccolo paese in Nord-Reno Vestfalia diventato simbolo delle proteste per il clima

(Rinnovabili.it) – Centinaia di agenti in tenuta antisommossa sono entrati stamattina a Luetzerath, il paese fantasma simbolo delle proteste per il clima, per sgomberare con la forza gli attivisti che lo presidiano da giorni. “Oggi RWE Power inizierà a demolire l’ex insediamento di Luetzerath”, scrive il colosso energetico tedesco in una nota di poche ore fa. Secondo l’accordo con Berlino, il piccolo borgo del Nordreno-Vestfalia sarà sacrificato per espandere la vicina miniera a cielo aperto di lignite di Garzweiler.

Lo sgombero

Da giorni a Luetzerath gli attivisti hanno occupato edifici e strade e eretto qualche barricata per cercare di impedire l’espansione della miniera. Secondo alcune fonti in queste ore una parte dei manifestanti avrebbe lanciato pietre, petardi e bottiglie contro gli agenti. La maggior parte sta invece resistendo in modo non violento con sit-in, arrampicandosi sui tetti degli edifici o appendendosi a cavi sospesi per rendere più difficili e lunghe le operazioni di sgombero. Alcuni attivisti avrebbero già lasciato il paese dopo l’ultimatum della polizia.

Un simbolo delle proteste per il clima

Berlino sta scrivendo la parola fine su una delle proteste per il clima più significative per la Germania e non solo. Tanto da diventare un riferimento simbolico per l’attivismo climatico oltre i confini nazionali. Come accaduto in precedenza per Hambach. A Luetzerath, infatti, si concentrano tutti i temi principali al centro dell’azione per il clima. La difficile gestazione politica dell’accordo per il phase out del carbone. Previsto attualmente per il 2030 per le miniere della regione. Il braccio di ferro tra governo e RWE, con l’azienda capace di imporre condizioni a lei favorevoli. La scelta di consentire al colosso di estrarre più carbone, 280 milioni di nuove tonnellate solo dall’espansione di Garzweiler.

Tutti segni tangibili dell’incapacità dei governi di staccare davvero la spina alla più inquinante delle fossili, anche nelle economie più avanzate. Che si riflette nel fallimento di includere l’addio al carbone alla COP26. E poi ancora, il tema della giustizia climatica tra diritti calpestati delle nuove generazioni e disprezzo per l’enorme responsabilità storica nelle emissioni globali.

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