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Pronto il Recovery italiano. Draghi vuole vincere la sfida per un Paese più moderno

L'introduzione del premier al Piano, ormai pronto e sul punto di finire in Consiglio dei ministri, prima di passare in Parlamento, e poi essere spedito alla commissione Europea. “Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L'Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza”.

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di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Il Piano nazione di ripresa e resilienza, il “Pnrr è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute. L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”. E’ questo un pezzo di introduzione del premier Mario Draghi al Recovery italiano – ormai pronto e sul punto di finire sul tavolo del Consiglio dei ministri, prima di passare in Parlamento sotto forma di relazione del capo del governo, e poi essere spedito alla commissione Europea – nella bozza del Piano.

“L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del Next Generation EU (NGEU), il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori di Europa (REACT-EU) – continua nella premessa Draghi – il solo dispositivo per la ripresa e la resilienza garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi”. Il dispositivo – spiega il premier – “richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme”, il Pnrr: il Piano, che si articola “in 6 missioni e 16 componenti, beneficia della stretta interlocuzione avvenuta in questi mesi con il Parlamento e con la commissione Europea, sulla base del regolamento”. 

Poi Draghi ricorda le sei missioni del Piano: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. “Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti ‘verdi’ pari al 38% del totale e di progetti digitali del 25%”. Va aventi e illustra che “il 40% circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Il Piano è fortemente orientato all’inclusione di genere e al sostegno all’istruzione, formazione e occupazione dei giovani e contribuisce a ciascuno dei sette progetti di punta (European flagships) della Strategia annuale sulla crescita sostenibile dell’Ue. Gli impatti ambientali indiretti sono stati valutati e la loro entità minimizzata in linea col principio del ‘non arrecare danni significativi’ all’ambiente, ‘do no significant harm’ (Dnsh) che ispira il NGEU”.

“Per l’Italia il NGEU rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme. L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze – rileva ancora Draghi nell’introduzione – il NGEU può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni”.