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Progetti energetici prioritari: l’Europarlamento sfida la Commissione

Nel cosiddetto quarto elenco di PCI (progetti di interesse comune), appaiono anche progetti legati all'impiego del gas e del GNL. Per alcuni eurodeputati, la loro presenza è del tutto inaccettabile, andando contro gli obiettivi climatici UE.

Progetti energetici prioritar
Credits: StockSnap da Pixabay

Gas sì o gas no? La presenza del combustibile fossile tra i progetti energetici prioritari è ancora una questione aperta.

 

(Rinnovabili.it) – C’è preoccupazione tra i membri del Parlamento Europeo sull’elenco di progetti energetici prioritari proposto dalla Commissione, perché “potrebbe non essere in linea con gli impegni dell’Unione in materia di clima ai sensi dell’accordo di Parigi” in quanto prevedetra gli altri, programmi legati all’uso del gas e all’impiego del GNL (gas naturale liquefatto). Questo è quanto si legge in una lettera, riportata da Euroactiv, che il legislativo europeo ha indirizzato all’esecutivo, nello specifico a Kadri Simson (commissario europeo per l’Energia) e a Frans Timmermasn, vicepresidente della Commissione, nonché responsabile del Green Deal.

 

Tra i principali firmatari della missiva appaiono gli eurodeputati centristi del gruppo politico Renew Europe, che mettono in dubbio le scelte della Commissione Europea riguardanti la definizione dei progetti energetici che saranno considerati ammissibili a ricevere finanziamenti UE nell’ambito del programma Connecting Europe Facility. Si tratta del cosiddetto quarto elenco UE di progetti di interesse comune (PCI), presentato il 31 ottobre sotto la precedente Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. L’elenco Contiene 151 progetti di infrastrutture energetiche, il 70% dei quali è legato all’elettricità e alle reti intelligenti.

 

Ma l’elenco contiene anche 32 progetti di infrastrutture legate all’uso del gas, compresi terminali GNL, che i più critici ritengono contraddittori rispetto all’ambizione dell’Europa di diventare il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. “Con la presente chiediamo di sottoporre a screening il quarto elenco PCI dell’Unione alla luce degli ambiziosi impegni climatici e ambientali previsti dal Green Deal europeo”, al fine di garantire che i fondi dell’UE “non vengano spesi in progetti incompatibili con questi obiettivi”.

 

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Dal canto loro, i difensori della presenza del gas tra i progetti energetici prioritari ricordano quanto essa sia necessaria per motivi di sicurezza nell’approvvigionamento. Infatti, il quarto elenco PCI è stato redatto sulla base delle previsioni di domanda e offerta da parte degli operatori energetici e “dovrebbe essere considerato come una parte necessaria dell’infrastruttura energetica dell’UE”, ha affermato James Watson, segretario generale dell’associazione industriale Eurogas.

 

In particolare, i progetti in questione mirano a completare i collegamenti mancanti nelle infrastrutture regionali dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale. Secondo Watson, in futuro quelle stesse infrastrutture trasporteranno idrogeno, biogas e biometano, di cui non è possibile fare a meno se si vuole eliminare il carbonio. Ma gli eurodeputati centristi che hanno firmato la lettera affermano il contrario, avvertendo che le nuove infrastrutture del gas rischiano di essere totalmente inutili quando l’Europa passerà a un’economia a zero emissioni.

 

A questo proposito, i firmatari della lettera fanno leva su uno studio della società di consulenza Artelys secondo cui l’UE rischia di sprecare 29 miliardi di euro in progetti per lo più superflui legati all’uso di gas. Nel report si legge che “l’attuale infrastruttura del gas dell’UE è sufficientemente in grado di soddisfare una varietà di scenari di domanda futura di gas, anche in casi estremi di interruzione dell’approvvigionamento.

 

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Ma alle questioni energetiche si sommano anche le questioni politiche. Come ricorda Euroactiv, infatti, i Verdi e la Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica sono attualmente gli unici gruppi politici a sostenere una mozione legislativa che respingerebbe formalmente la proposta della Commissione sui progetti energetici prioritari, costringendola a rivedere tutti i suoi piani. Nel campo opposto si trovano il gruppo del Partito popolare europeo (PPE) di centro destra, i conservatori e riformisti europei di destra (ECR) e i gruppi di estrema destra che formano una minoranza contro i tentativi di respingere l’elenco. Nel mezzo, ci sono deputati del gruppo centrista Renew Europe, che hanno suggerito un compromesso ritenuto ipocrita dai Verdi.

 

Prendendo atto di questi diversi fronti, la risposta di Kadri Simson è andata nella direzione di una mediazione: “Ho sentito opinioni diverse ma c’era un appello comune per una maggiore ambizione sul clima, sottolineando che l’elenco dei progetti energetici prioritari non è una garanzia che i finanziamenti saranno effettivamente erogati.