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IEA: nel 2026 quasi metà della produzione elettrica mondiale sarà low carbon

Le nuove stime dell'Agenzia Internazionale dell'Energia prevedono che le fonti pulite copriranno tutta la nuova domanda di elettricità a livello globale nei prossimi tre anni. Emissioni del settore verso un declino strutturale

produzione elettrica mondiale
Foto di Albrecht Fietz da Pixabay

 Pubblicato Electricity 2024, analisi annuale su sviluppi e politiche del mercato elettrico

(Rinnovabili.it) – Nei prossimi tre anni la domanda di energia elettrica crescerà rapidamente nel mondo, soprattutto grazie alla spinta dei consumi cinesi, indiani e dei paesi del Sud-Est asiatico. Ma altrettanto rapidamente verrà soddisfatta da risorse pulite. Al punto che per il 2026 quasi metà della produzione elettrica globale farà affidamento unicamente sulle fonti low carbon o a basse emissioni, etichetta che mette assieme le rinnovabili con il nucleare.

Le previsioni a breve termine arrivano da Electricity 2024, l’ultima edizione dell’analisi annuale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) sugli sviluppi e le politiche del mercato elettrico. Il documento indaga consumi, offerta ed emissioni di CO2 del comparto a breve termine, rivelando un trend preciso: il ruolo dei combustibili fossili nel fornire energia alle case e alle imprese è in declino. “Ciò è in gran parte dovuto all’enorme slancio delle energie rinnovabili, con l’energia solare sempre più economica in testa, e al sostegno derivante dall’importante ritorno dell’energia nucleare, la cui produzione è destinata a raggiungere un massimo storico entro il 2025“, ha spiegato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol.

Come sta cambiando la produzione elettrica mondiale

Nel dettaglio Electricity 2024 prevede che le FER offriranno più di un terzo (37%) della produzione elettrica mondiale già entro l’inizio del 2025, superando definitivamente il carbone. Entro lo stesso anno, sottolinea l’Agenzia, anche la produzione nucleare dovrebbe crescere. L’aumento è sostenuto dalla Francia con il completamento dei lavori di manutenzione, dal Giappone che si prepara a riattivare diversi impianti chiusi all’indomani del disastro di Fukushima e da nuovi reattori programmati in Cina, India, Corea del Sud. Di pari passo aumenterà la generazione elettrica alimentata a gas naturale ma con tassi più contenuti. La spinta arriverà in questo caso da Asia, Medio Oriente e Africa, in un contesto di fabbisogno energetico crescente e una maggiore disponibilità di gas naturale liquefatto (GNL) dal 2025 in poi.

Nel complesso però la quota fossile nel mix produttivo globale diminuirà dall’attuale 61% al 54% nel 2026, valore che non si vedeva dagli anni ’70 .

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Emissioni di CO2 e prezzi dell’elettricità

Cosa significa a livello emissivo questo cambiamento nella produzione elettrica mondiale? Che la CO2 dovrebbe imboccare un trend al ribasso dopo l’aumento del 2023 (+1%). Nel dettaglio l’Agenzia Internazionale dell’Energia stima che le emissioni globali di carbonio derivanti dalla generazione elettrica diminuiranno del 2,4% nel 2024, con piccoli tagli anche nel 2025 e nel 2026.

Capitolo da tenere d’occhio, quello sui prezzi dell’energia. Nel 2023 sono stati generalmente più bassi che nel 2022. Tuttavia, l’andamento varia ampiamente da una regione all’altra, incidendo sulla competitività economica dei Paesi. I prezzi dell’elettricità all’ingrosso in Europa sono diminuiti in media di oltre il 50% lo scorso anno, dopo i livelli record del 2022, ma si trovano ancora a doppiare i prezzi pre-Covid. IL documento evidenzia come anche negli Stati Uniti i prezzi elettrici 2023 fossero più alti di circa il 15% rispetto al 2019. “La domanda di elettricità nell’Unione Europea è diminuita per il secondo anno consecutivo nel 2023. “Si prevede che il ritorno ai livelli precedenti la crisi energetica globale non avverrà prima del 2026”.