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La (bassa) produzione di rame nasconde uno tsunami per la transizione energetica

Produzione di rame: nel 2035 mancheranno 10 Mt l’anno per la transizione energetica
Foto di Łukasz Klepaczewski da Pixabay

Nel 2050, la produzione di rame dovrebbe raddoppiare. Ma la domanda raddoppia già nel 2035

(Rinnovabili.it) – Per far funzionare una turbina eolica da 3 MW ne servono 4,7 tonnellate. In un impianto fotovoltaico, ne servono 5,5 tonnellate per ogni MW. Anche le batterie di flusso, al sodio, agli ioni di litio ne richiedono quantità ingenti. E mentre un’auto con motore endotermico ne ha in media 20-22 kg, in un’auto elettrica ne serve il doppio, mentre per un furgone elettrico più di 80 kg. Parliamo del rame, ingrediente cruciale per la transizione energetica. Ma la produzione di rame rischia di non tenere il passo della richiesta, avverte un rapporto di S&P Global.

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Lo sguardo è al 2050, anno in cui per molti paesi – Europa inclusa – si dovrebbe raggiungere la neutralità climatica dopo aver trasformato radicalmente il modo in cui produciamo, stocchiamo e consumiamo energia. Per quella data, stimano gli analisti di S&P Global, a livello mondiale la domanda del metallo rosso arriverà a 53 milioni di tonnellate l’anno, più del doppio dei livelli attuali. Ma la produzione di rame non basterà: mancheranno quasi 3 milioni di tonnellate. A meno che non spingiamo sull’acceleratore del riciclo e di più estrazione, sostiene il rapporto.

“Chi dice che c’è abbastanza offerta di rame non tiene conto della portata della transizione energetica”, spiega Dan Yergin, vicepresidente di S&P. “Senza un po’ di offerta, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi climatici”. Il rapporto è stato commissionato da alcuni dei giganti dell’industria mineraria, ma S&P assicura che non hanno avuto né potere di indirizzo sul rapporto né l’hanno potuto leggere finché non è stato pubblicato.

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“La sostituzione e il riciclo non saranno sufficienti a soddisfare la domanda di veicoli elettrici (EV), infrastrutture elettriche e generazione rinnovabile. A meno che non si attivi tempestivamente una nuova fornitura massiccia, l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050 subirà un cortocircuito e resterà fuori portata”, afferma il rapporto. Secondo le stime, la domanda di rame raddoppierà già entro il 2035 a circa 50 mln di t, per poi salire ancora di 3 mln t nei successivi 20 anni.

La penuria di questo metallo inizierà a farsi sentire già tra pochi anni. Nello scenario peggiore, che assume gli stessi livelli di oggi per estrazione e capacità di riciclo, nel 2035 la produzione di rame sarà più bassa della domanda di 9,9 mln t, il 20%. Abbastanza da causare uno tsunami lungo le supply chain globali, avverte il rapporto. “Le carenze annuali previste metteranno a dura prova le catene di approvvigionamento senza precedenti. Le sfide che ciò pone ricordano la corsa al petrolio del XX secolo, ma potrebbero essere accentuate da una concentrazione geografica ancora maggiore per le risorse di rame e l’industria a valle per la sua raffinazione in prodotti”. (lm)

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