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Il Consiglio Energia studia un price cap sul carbone

Il Piano UE sull’Energia della settimana scorsa aveva fissato un tetto alle inframarginali lasciando fuori il carbone. I ministri dell’energia dei Ventisette studiano un tetto ad hoc per questa fonte, superiore ai 180€ il MWh

Price cap sul carbone: l’ipotesi si fa strada in UE
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Ancora incerto l’ammontare esatto del tetto al prezzo del carbone

(Rinnovabili.it) – Il tetto al prezzo dell’elettricità da fonti diverse dal gas non riguarderà solo le rinnovabili. A Bruxelles si lavora per inserire anche un price cap sul carbone. Un tetto differenziato rispetto a quello sull’energia pulita, ma con gli stessi meccanismi e obiettivi: abbassare il costo del MWh elettrico in Europa durante l’inverno.

“Gli Stati membri possono consentire all’autorità di regolamentazione di mantenere o fissare un tetto specifico per i ricavi di mercato ottenuti dalla vendita di elettricità prodotta dal carbone fossile”, si legge nella bozza del documento che guiderà la discussione al Consiglio Energia fissato per il 30 settembre. In quella riunione, i Ventisette decideranno perimetro e dettagli del Piano UE sull’Energia presentato la settimana scorsa dalla Commissione, che contiene misure come il contributo di solidarietà dalle compagnie fossili, tagli obbligatori ai consumi elettrici e un tetto al prezzo per le inframarginali.

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In quel testo, il carbone era stato escluso dal price cap, fissato a 180€ il MWh. “Il tetto sui ricavi di mercato non dovrebbe applicarsi alle tecnologie il cui costo dei combustibili comporta un punto di pareggio superiore al livello del tetto, in quanto ciò comprometterebbe tali attività e, in ultima analisi, la sicurezza dell’approvvigionamento, come nel caso delle centrali elettriche alimentate a gas e a carbone”, scriveva la Commissione. Le centrali elettriche alimentate a gas e a carbone, se fossero soggette al tetto sui ricavi, non sarebbero in grado di coprire i costi operativi e sarebbero spinte fuori dal mercato.

Il nuovo testo di compromesso su cui stanno lavorando gli sherpa, invece, introduce l’ipotesi di un price cap sul carbone, ancorché con un tetto diverso da quello delle inframarginali. La proposta, preparata dalla presidenza di turno ceca, prevede un cap più alto per questa fonte fossile e permette ai paesi di fissare autonomamente dei tetti per qualsiasi altra fonte energetica, a patto che sia a un livello tale da assicurare che gli impianti continuino a produrre e che abbiano un margine di profitto ragionevole.

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