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Price cap, il Consiglio dell’Energia rimanda l’accordo a lunedì 19

Price cap
Jozef SÍKELA (Minister for Industry and Trade, Czech Republic) Credits: Unione Europea

Ennesima fumata nera sul price cap al gas. Gli Stati membri non trovano l’intesa

(Rinnovabili.it) – Un incontro difficile alla ricerca di un equilibrio decisamente fragile. Così Jozef Sikela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca – a cui spetta la presidenza del Consiglio UE fino alla fine dell’anno – descrive la riunione straordinaria dei Ventisette chiusasi ieri pomeriggio. Tema centrale dell’incontro: il meccanismo di correzione del mercato per proteggere cittadini ed economia da prezzi elevati del gas. Quella del price cap continua ad essere una storia aperta anche se i Ventisette avrebbero ormai approvato la maggior parte della proposta avanzata dalla presidenza ceca. Le vere incognite al momento sono i numeri, tetto massimo in primis, elementi di primaria importanza sui cui i ministri dell’Energia europei tenteranno di trovare un’intesa il prossimo lunedì 19 dicembre.

I no dei Ventisette

A conti fatti il vertice ministeriale non è stato in grado di sanare le profonde differenze createsi nel Blocco. Belgio, Italia, Polonia e Grecia continuano a chiedere un tetto più basso e più ampio rispetto non solo a quello proposto dalla Commissione Europea, ma anche a quello avanzato dalla Presidenza. Dall’altro lato nazioni come Paesi Bassi, Germania e Austria continuano ad avere riserve sull’applicazione del meccanismo.

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La Presidenza ha proposto che l’evento di correzione del mercato venga attivato quando i prezzi raggiungono un certo livello e lo spread tra TTF e prezzi globali è superiore a 35 euro per MWh, per tre giorni. Il massimale di sicurezza sarà quindi dinamico e oscillerà al di sopra di un certo livello”, ha spiegato la commissaria all’Energia Kadri Simson in conferenza stampa. “Questo punto è lasciato aperto alla discussione nel prossimo Consiglio che si terrà lunedì prossimo”.

I sì dei Ventisette

Ma per l’Esecutivo UE il bicchiere non è necessariamente mezzo vuoto. “Sapevamo che raggiungere un accordo su questo argomento non sarebbe stato facile”, ha sottolineato Simson. “Nelle ultime settimane di intensi negoziati, abbiamo compiuto progressi sugli aspetti tecnici. Siamo riusciti a definire meglio la logica di un meccanismo di correzione del mercato e a identificarne i rischi, ma anche a individuare opportuni presidi per ridurre al minimo tali rischi”.

Da parte sua il Consiglio ha compiuto alcuni progressi trovando un accordo generale su un pacchetto di elementi tecnici. Primo fra tutti, spiega Sikela, l’esclusione dei contratti over-the-counter (OTC). E la possibilità di includere altri hub regioni accanto al TFF nell’ambito di una valutazione futura (opt-in option). I paesi UE sono d’accordo anche ad esaminare gli impatti positivi e negativi del price cap a fine febbraio e rafforzare il meccanismo di disattivazione in caso di conseguenze negative.

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