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Prezzo del petrolio, la 2° ondata di Covid-19 spazza via l’ottimismo dell’OPEC

prezzo del petrolio
Credits: Schmucki da Pixabay

La pandemia continua a lasciare in altalena le prospettive sul prezzo del petrolio

(Rinnovabili.it) – Mai come in questi mesi d’autunno l’OPEC è stata più incerta sul da farsi. E per quanto l’organizzazione che riunisce i paesi esportatori di petrolio provi a lanciare messaggi rassicuranti, prima o poi i nodi devono arrivare al pettine. Uno di questi nodi è comparso nell’ultimo rapporto OPEC sull’andamento del mercato globale e sul prezzo del petrolio, pubblicato ieri. Le previsioni sulla domanda sono riviste al ribasso, complice la contrazione dettata dalla pandemia e dal blocco delle attività, tra lockdown total o parziali, deciso in molti paesi. E l’ipotesi di fare nuovi tagli dal 2021 non è più un tabù.

La domanda aumenterà di 6,25 milioni di barili al giorno (bpd) il prossimo anno. Toccherà quindi quota 96,26 mln di bpd, ancora molto al di sotto dei livelli pre-Covid, si legge nell’ultimo rapporto mensile dell’OPEC. La previsione di crescita è di 300mila barili in meno rispetto a quanto previsto un mese fa. E nel 2021 la domanda di greggio OPEC sarà 600mila barili più bassa del previsto.

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Il documento prevede che le ultime iniziative dei governi europei di chiudere la ristorazione e incoraggiare il lavoro da remoto affosseranno la domanda di carburante per il resto del 2020. E questo avrà un impatto sul mercato petrolifero che si protrarrà fino alla metà del 2021, calcola l’OPEC. “La ripresa della domanda di petrolio sarà gravemente ostacolata e si presume che la lentezza di recupero dei trasporti e della domanda di combustibili industriali durerà fino alla metà del 2021”, scrive l’OPEC.

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La contrazione della domanda è un bel grattacapo per l’organismo, che ha come stella polare in questa fase la stabilizzazione dei mercati e vuole evitare nuovi shock del prezzo del petrolio. Perché la produzione globale invece continua a salire. Questa volta non è responsabilità dei paesi OPEC che hanno deciso di tagliare la loro produzione, visto che grosso modo le quote sono rispettate.

Ma è tornato sul mercato il greggio libico, da ieri di nuovo sopra la soglia di 1 mln di bpd e incamminato speditamente verso il ritorno alla normalità (1,2 mld di barili a regime). La Libia è membro OPEC, ma vista la fragile situazione interna è esentata dai tagli. In totale l’output OPEC è cresciuto di 320mila barili toccando quota 24,39 milioni.

Così inizia a farsi strada in seno all’OPEC l’ipotesi di cambiare radicalmente politica per il 2021. Il 30 novembre i rappresentanti dei paesi membri devono decidere se seguire i piani e diminuire i tagli, oppure se riconfermarli anche per il 2021. Decisione che poi deve essere approvata anche in sede OPEC+, il formato rafforzato che include anche la Russia. In teoria, a gennaio dovrebbero tornare sul mercato oltre 2 mln di barili. Ma i paesi esportatori iniziano a far sapere pubblicamente che tutte le opzioni sono sul tavolo. Ieri, per la prima volta, per bocca del ministro dell’Energia algerino Abdelmadjid Attar è stata ventilata la possibilità di inasprire ulteriormente i tagli.

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