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Prezzi elettrici, la siccità porterà ad un nuovo rialzo?

prezzi elettrici
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I cambiamenti climatici continuano ad avere un impatto importante sui prezzi energetici

(Rinnovabili.it) – La crisi energetica? È tutt’altro che passata. Nonostante a marzo la flessione dei prezzi elettrici e del gas si sia accentuata e i Paesi europei stiano lavorando per mettere in sicurezza il prossimo inverno, complessivamente domina l’incertezza. E lo spettro di nuovi e salati rincari si aggira ancor prima della stagione fredda. Il come e il perché lo spiega in questi giorni Renantis (ex Falck Renewables) pubblicando il report sull’andamento dei prezzi dell’energia del primo trimestre 2023. Il documento, oltre ad offrire uno sguardo ai prezzi dell’elettricità e del gas nei primi mesi dell’anno, mette in guardia dall’elevato potenziale rialzista dell’estate.

PUN, a marzo 136,38 euro al MWh

La situazione attuale, in termini di costi, è ovviamente molto migliore rispetto al 2022. Come mostrato anche dai dati del GME, a marzo il Prezzo Unico Nazionale (PUN) è sceso ai minimi da settembre 2021, toccando quota 136,38 euro al MWh, e seguendo un andamento che accomuna i prezzi elettrici delle principali borse europee. Il calo registrato in Italia è dovuto prevalentemente al ribassi nei costi del gas, che al PSV è sceso 47 euro al MWh. Ma un aiuto è arrivato anche dal clima mite e da una maggiore disponibilità rinnovabile.

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Estate 2023: elevato potenziale rialzista 

Nonostante il trend al ribasso, le previsioni per l’estate 2023 richiedono cautela. Per l’Europa e l’area del Mediterraneo in particolare si prospetta un’altra stagione estrema sotto il profilo delle temperature, della siccità e della disponibilità idroelettrica. Con effetti anche più severi dello scorso anno. “Le riserve idroelettriche – spiega Renantis – sono attualmente molto basse e la situazione è particolarmente preoccupante in tutta la regione alpina, dove la neve accumulata è inferiore addirittura al 2022″. E al pari dello scorso anno la minore produzione idroelettrica in primavera ed estate porterà a un aumento del prezzi elettrici (effetto bullish). “Contestualmente, le tecnologie nucleari oltralpe e quelle termiche dovranno ridurre la loro produttività a causa della scarsità di acqua“.

È probabile, spiega la società, che le condizioni siccitose unitamente al taglio della produzione del petrolio da parte dell’OPEC, abbiano un ruolo fondamentale nella definizione dei prezzi delle commodity energetiche, sottolineando ancora una volta come i cambiamenti climatici abbiano un impatto importante sul mercato energetico.

Il primo report del 2023 illustra come la crisi energetica sia tutt’altro che finita”, commenta Luca Prosdocimi, Head of Trading and Dispatching di Renantis. “L’Europa ha avuto un periodo di tregua dato dall’inverno particolarmente mite, durante il quale ha diminuito la propria dipendenza dalla Russia (con un import di gas naturale ormai prossimi allo zero) aumentando il flusso di LGN – Liquefied natural gas (Gas naturale liquefatto). Tuttavia, la forte crisi idroelettrica che sta colpendo l’arco alpino può avere delle grosse ripercussioni sull’estate e l’inverno seguente”.

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