Caro bollette, le statistiche di quando tutto è iniziato
(Rinnovabili.it) – L’ondata di rincari energetici non ha risparmiato nessun paese europeo. Eppure gli aumenti non hanno colpito tutti allo stesso modo. Lo rivela Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, pubblicando i dati sui prezzi dell’elettricità e del gas dei primi sei mesi 2021.
Lasciatosi ormai alle spalle il calo dei consumi 2020, il settore energetico comunitario (e non solo) ha progressivamente dovuto fare i conti con stimoli e criticità differenti. E l’effetto è oggi ben visibile sulle bollette UE. Tuttavia all’inizio dell’anno i due mercati hanno intrapreso strade separate. I prezzi medi dell’elettricità per uso domestico sono leggermente aumentati rispetto allo stesso periodo del 2020 (21,3 euro per 100 kWh), attestandosi a 21,9 euro per 100 kWh. Di questi, un buon 39% rappresenta tasse e imposte caricate in bolletta.
I prezzi medi del gas nell’UE hanno registrato il percorso inverso. Scendendo leggermente a 6,4 euro per 100 kWh nella prima metà 2021. Con un 36% legato esclusivamente alle tasse. Da luglio in poi prezzi all’ingrosso di entrambi sono schizzati in alto, “apparando” la situazione.
La Germania continua ad avere i prezzi dell’elettricità più alti d’Europa
Ma se il dato medio presenta solo piccole variazioni, nell’analisi a livello nazionale i turbamenti del mercato si fanno più sensibili. I prezzi dell’elettricità per i clienti domestici sono aumentati in 16 Stati membri da gennaio a giugno 2021. L’incremento maggiore (espresso nelle valute nazionali) è stato registrato in Slovenia (+15%), seguita dalla Polonia (+8% ) e dalla Romania (+7%). Le maggiori diminuzioni sono state osservate nei Paesi Bassi (-10%) grazie soprattutto ai rimborsi fiscali, seguiti da Cipro (-7%) e Lituania (-6%). Al netto dei trend l’energia elettrica costa meno in Ungheria (10,0 euro per 100 kWh), Bulgaria (10,2 euro ) e Malta (12,8 euro). I prezzi più alti si registrano in Germania (31,9 euro), Danimarca (29,0 euro), Belgio (27,0 euro) e Irlanda (25,6 euro).
I prezzi del gas sono diminuiti in 20 paesi dell’UE
Tra la prima metà del 2020 e lo stesso periodo di quest’anno, i prezzi del gas nel settore domestico sono diminuiti in 20 dei 23 Stati UE analizzati. Le maggiori diminuzioni sono state osservate in Lituania (-23%), seguita da Slovacchia (-10%) e Polonia (-9%). Al contrario, trend rialzisti hanno caratterizzato le bollette di Danimarca (+19%), Germania (+8%) e Lussemburgo (+6%). Il costo dell’energia è stato il principale motore dell’aumento dei prezzi in Danimarca, mentre le tasse hanno innescato tale aumento in Germania e Lussemburgo. Espressi in euro, i prezzi medi del gas per uso domestico sono stati più bassi in Lituania (2,8 euro per 100 kWh), Lettonia (3,0 euro) e Ungheria (3,1euro) e più alti nei Paesi Bassi (9,6 euro), Danimarca (9,0 euro) e Portogallo (7,6 euro).
Sulla questione del caro energia è intervenuta ieri anche la presidentessa della Commissione europea Ursula von der Leyen. Parlando alla plenaria del Parlamento UE, il numero uno dell’esecutivo ha ricordato la forte dipendenza energetica dei ventisette dall’estero. E come questa stia incidendo sull’aumento dei prezzi dell’energia. Attualmente, infatti, il 90% del gas consumato nella regione è di importazione. “Oggi l’Europa fa troppo affidamento sul gas e dipende troppo dalla sua importazione. Questo ci rende vulnerabili. La risposta sta nel diversificare i fornitori. Ma anche nel mantenere il gas naturale come combustibile di transizione e, soprattutto, nell’accelerare la transizione all’energia pulita”.