Aumentano i prezzi del gas mentre gli stoccaggi europei rimangono sottotono
(Rinnovabili.it) – L’Europa avrà abbastanza gas questo inverno? Questa la domanda che continua ad angustiare il comparto energetico (e non solo) del Vecchio Continente. La risposta non è semplice neppure per gli esperti di settore. “Dipende da quanto freddo avremo e quanto durerà”, spiega su Wood Mackenzie, Massimo Di Odoardo, direttore di Global Gas Analysis. “Con un inverno ‘normale’, avremo un’offerta adeguata […] Il sistema scricchiolerà invece in caso di un inverno freddo sia in Europa che in Asia”.
Ad oggi l’incertezza domina le previsioni mentre gli Stati membri cercano ancora una strategia comune che li metta a riparo dallo scenario peggiore. Quello che è certo è che i prezzi del gas hanno raggiunto livelli record, con una domanda globale che ha fatto lievitare il costo di dieci volte in un solo anno. Diverse le cause. Alla ripresa economica globale e ai bassi volumi di stoccaggio dopo il lungo inverno 2020-2021, si sono infatti aggiunti una serie di problemi di mercato. A partire da alcune interruzioni nell’approvvigionamento e da una fornitura di gas russo sottotono. Il minor contributo delle rinnovabili ha fatto il resto, aumentando la concorrenza negli scambi globali. Basti pensare al Brasile, il cui ridotto apporto idroelettrico ha triplicato la produzione di elettricità tramite gas e dunque la sua importazione.
Aumenta l’import di GNL in Europa
Ma gran parte delle preoccupazioni rimangono legate allo scontro con l’Asia per il GNL (gas naturale liquefatto). Se lo scorso anno la Cina aveva “avuto la meglio” sul mercato, quest’anno il Vecchio Continente sembra aver accelerato. Secondo la società di consulenza Kpler, le importazioni europee saliranno a 7,06 milioni di tonnellate in ottobre, rispetto ai 5,08 milioni di settembre. Mentre quelle asiatiche, seppur molto maggiori, si manterranno pressoché stabili intorno ai 22 milioni. A differenza del passato, Giappone e Corea del Sud stanno diminuendo le importazioni in questi mesi; calo rapidamente colmato dagli aumenti di India e Taiwan.
Tuttavia, seppur entrambe le regioni siano a corto di approvvigionamento, i bassi livelli di stoccaggio in Europa impensieriscono di più rispetto alla carenza energetica della Cina, che probabilmente quest’anno supererà il Giappone come maggiore acquirente di GNL al mondo.
Due scenari per il gas europeo
Per Di Odoardo a determinare la tenuta energetica europea sarà soprattutto il meteo. Nello scenario più positivo o caldo “la domanda [di gas] sarà tenuta sotto controllo” con un offerta potenziata anche dalla “ripresa della produzione britannica e norvegese e dall’aumento delle importazioni dall’Azerbaigian”. “La nuova capacità di GNL , principalmente negli Stati Uniti, aggiungerà 7 Bcm all’Europa questo inverno una volta soddisfatta la domanda asiatica. Supponendo che le esportazioni russe a pieno regime, l’Europa finirà con 29 miliardi di metri cubi di gas in stoccaggio entro la fine di marzo. È al di sotto della media di 5 anni, ma molto più di quanto indicano i prezzi attuali”.
Ma in caso di un inverno rigido e prolungato, la situazione apparirebbe molto più difficile. “Una maggiore domanda di riscaldamento potrebbe aggiungere fino a 20 miliardi di metri cubi in Europa e 10,5 miliardi di metri cubi in Asia, con conseguente riduzione delle importazioni di GNL disponibili per l’Europa. Ciò risucchierebbe tutto il gas rimasto negli stoccaggi europei e i prezzi del gas potrebbero salire molto più in alto di quanto abbiamo visto finora. La Russia potrebbe essere in grado di fornire gas aggiuntivo tramite Nord Stream 2, se e quando otterrà l’approvazione; o utilizzare la sua capacità interrompibile attraverso l’Ucraina, cosa che la Russia è stata finora riluttante a fare”.
Nuovo boom per i prezzi del petrolio
A crescere non sono ovviamente solo i prezzi del gas. Lunedì il petrolio ha raggiunto il livello più alto degli ultimi anni. I futures sul Brent sono saliti di 90 centesimi, o dell’1,1%, a 85,76 dollari al barile questa mattina dopo aver toccato un massimo di 86,04 dollari. Il prezzo più alto da ottobre 2018. “Il deficit del mercato petrolifero sembra destinato a peggiorare poiché la crisi energetica si intensificherà a causa di un clima che ha già iniziato a divenire più freddo al nord a diventare più freddo”, ha affermato Edward Moya, analista senior di OANDA. “Poiché la carenza di carbone, elettricità e gas naturale porta a un’ulteriore domanda di greggio, sembra che non sarà accompagnata da barili significativamente extra dall’OPEC+ o dagli Stati Uniti”.