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Il presidente della Cop28 ci farà superare la soglia di 1,5°C

Cop28 di Abu Dhabi: la presidenza va al capo dell’Adnoc
Sultan al-Jaber (centro) riceve il premio dell’Asian Business Leadership Forum in qualità di Ceo dell’Adnoc nel 2017. Crediti: ABLF via Flickr | CC BY-NC-ND 2.0

Nuove critiche sulla scelta del n°1 di Adnoc come presidente della Cop28

(Rinnovabili.it) – Nel giro di 5 anni, il presidente della Cop28 metterà sul mercato almeno 7,6 miliardi di barili di petrolio equivalente (bboe) di nuova produzione. Di cui 9 su 10 dovrebbero restare sotto terra per dare al Pianeta una chance di non sforare la soglia di 1,5 gradi di riscaldamento globale. Lo rivela un’analisi del Guardian su dati forniti dall’ong Urgewald relativi ai piani di espansione di Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti (EAU).

I piani fossili del presidente della Cop28

Dati che dimostrano – se ce ne fosse davvero bisogno – l’incompatibilità dei due ruoli. Il numero 1 di Adnoc Sultan al-Jaber, infatti, a gennaio è stato designato da Abu Dhabi come il futuro presidente della Cop28. Una scelta subito criticata da centinaia di ong che ritengono del tutto inadeguato far guidare un negoziato cruciale come quello che si terrà il prossimo dicembre a Dubai da uno dei massimi esponenti dell’oil&gas mondiale. Adnoc è l’11° compagnia fossile al mondo.

Quali interessi possa privilegiare al-Jaber, se la lotta alla crisi climatica o l’espansione dello sfruttamento delle fossili, lo rivelano i numeri di Urgewald, che si basano sui database di Rystad. Durante la Cop27 di Sharm el-Sheik, a novembre 2022, la compagnia di al-Jaber – che in quel periodo ricopriva anche il ruolo di inviato per il clima degli EAU – ha annunciato un investimento da 150 mld $ nei successivi 5 anni per mettere in campo una “strategia di crescita accelerata” per la produzione di oil&gas. Strategia che vale appunto 7,6 bboe.

Fuori traiettoria

Numeri che sono totalmente scollati dalla tabella di marcia fissata dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nel 2021, l’Iea aveva calcolato che da quell’anno non dovevano più essere approvati nuovi progetti di estrazione di fossili, ma il 90% dei piani di sviluppo di Adnoc sono successivi a quella data. Questo rende la compagnia del presidente della Cop28 quella con il terzo maggiore sforamento al mondo, dopo Arabia Saudita e Qatar.

“I nuovi dati dimostrano che la nomina di Sultan al-Jaber a presidente della Cop28 è una presa in giro della Cop come istituzione”, afferma Nils Bartsch di Urgewald. “La nomina di un dirigente del settore petrolifero e del gas a presidente della Cop dimostra una totale mancanza di consapevolezza dei problemi in questione. È un segnale politico fatale per il mondo”.

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