Nuove critiche contro al-Jaber, il presidente della Cop28 designato a gennaio
(Rinnovabili.it) – Il presidente della Cop28 al-Jaber se ne deve andare. Il suo ruolo ai vertici della Adnoc, la compagnia petrolifera statale degli Emirati, che ospiteranno il vertice sul clima a dicembre, è incompatibile con quello di “arbitro” dei negoziati. Un vero e proprio cavallo di Troia delle lobby fossili. Che possono già contare su una presenza piuttosto ingombrante e in crescita a ogni Cop.
Lo chiedono più di 100 tra deputati del Congresso degli Stati Uniti e eurodeputati di Strasburgo in una lettera congiunta indirizzata al presidente Biden, alla presidente della Commissione von der Leyen e al segretario generale dell’Onu Guterres.
Basta lobbisti fossili: nuove critiche al presidente della Cop28
“In questo momento di grande urgenza, dobbiamo sbloccare le barriere che ci hanno impedito di portare avanti una forte collaborazione globale per affrontare il cambiamento climatico – si legge nella lettera – Uno dei maggiori ostacoli a una forte azione per il clima è stato e rimane l’influenza politica e l’ostruzione dell’industria dei combustibili fossili e di altre grandi industrie inquinanti”.
Per i politici, di cui quelli europei in grandissima parte provengono da Left e Verdi, con pochi esponenti dei Socialisti e Democratici e un solo nome dal partito popolare, USA e UE devono fare pressioni su Abu Dhabi affinché cambi il presidente della Cop28. Ma non solo: devono anche ridurre la presenza dei lobbisti fossili e più in generale limitare l’influenza delle industrie inquinanti sui negoziati per il clima. Adottando “regole concrete”.
“Abbiamo visto la loro influenza negativa nelle nostre istituzioni nazionali; le compagnie petrolifere e i loro sostenitori hanno speso miliardi di dollari per fare pressioni sul Parlamento europeo, su altre istituzioni europee e sugli Stati membri e sul Congresso degli Stati Uniti, al fine di ostacolare o indebolire la politica climatica per anni”, sottolineano nella missiva.
È la prima volta che si verifica un’azione coordinata di questa ampiezza, da parte della politica, per limitare l’influenza delle industrie fossili sui negoziati per il clima. Un’iniziativa che arriva poche settimane dopo che sembra ormai tramontato definitivamente l’obiettivo di far approvare alla Cop28 un phase out delle fossili, migliorando così il target fissato alla Cop26 di Glasgow con il phase down globale del carbone. Il presidente della Cop28 ha subito bloccato il tentativo parlando, piuttosto, di “phase out delle emissioni fossili”: un modo creativo, quello di al-Jaber, per continuare a estrarre petrolio e soprattutto gas, tenere le fossili nei mix energetici degli Stati, e limitarsi a sperare che qualche soluzione tecnologica permetta di abbattere una quota delle emissioni generate.