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Premio Goldman 2021: lo scudo dell’Amazzonia si chiama Liz Chicaje Churay

Premio Goldman 2021 Liz Chicaje Churay
credits: Goldman Environmental Prize

Ha vinto il Premio Goldman 2021 per la difesa della biodiversità contro la deforestazione

(Rinnovabili.it) – “Siamo i guardiani della foresta perché ce ne prendiamo cura dai tempi dei nostri antenati. Ci sostiene e ci dà vita”, ha detto ricevendo il Premio Goldman 2021. Leader indigena della comunità Bora, presidente di una cooperativa agricola, in passato a capo della Federazione delle comunità indigene del fiume Ampiyacu. Attivista ambientale da quando ha 16 anni. La sua comunità, a Loreto nell’estremo lembo nord-orientale del Perù, vive grazie a uno spicchio preziosissimo di foresta amazzonica. E lei lo custodisce con una lotta che ha piegato il governo nazionale. È l’identikit di Liz Chicaje Churay, l’ecologista 38enne che ha appena vinto il Goldman Prize 2021, il “Nobel dell’ecologia”, insieme a 5 altre figure di attivisti da tutto il mondo.

Liz Chicaje Churay, 2021 Goldman Environmental Prize, Peru

La strada verso il Premio Goldman 2021

Liz Chicaje Churay ha ricevuto il Premio Goldman 2021 per la sua lotta in difesa della megadiversità dell’Amazzonia peruviana. Il paese andino è uno dei più ricchi di biodiversità del pianeta e insieme ad altri 16 Stati fa parte dei paesi megadiversi riconosciuti a livello internazionale con il vertice di Cancùn del 2002. Il primato deriva proprio dall’Amazzonia che lambisce una parte del territorio peruviano. Dove si è concentrata la battaglia dell’attivista indigena.

Dalla fine degli anni ’90, ancora minorenne, la leader della comunità Bora si è battuta contro la deforestazione illegale dilagante e contro l’arrivo di aziende interessate a sfruttare e risorse minerarie dell’area. Con un obiettivo chiaro: creare un parco nazionale per tutelare davvero la biodiversità della regione e tenere alla larga motoseghe e picconi.

Liz Chicaje Churay’s Acceptance Speech, 2021 Goldman Environmental Prize

Il parco nazionale di Yaguas

Battaglia che con il tempo è riuscita a vincere, aggiudicandosi così un posto in evidenza tra i finalisti per il Premio Goldman 2021. Il segreto è un lavoro costante di creazione di consenso dal basso. Una community organizer a tempo pieno, Liz Chicaje Churay è riuscita a convincere 23 delle 29 tribù indigene che abitano l’area della necessità di creare il parco. E ha coinvolto in questo percorso ufficiali governativi, scienziati, conservazionisti. Compresi i ricercatori del Field Museum di Chicago, che hanno condotto una mappatura partecipata e un’analisi delle immagini satellitari.

I contatti locali li ha tenuti spostandosi in barca da un villaggio all’altro. Ma Chicaje si è mossa anche a livelli più alti, innescando un dibattito nella società civile peruviana, incontrando ambasciatori stranieri, spingendo per entrare nella delegazione ufficiale del Perù ai negoziati sul clima. Veste in cui ha partecipato alla Cop23 di Bonn nel 2017.

L’anno successivo, siamo a gennaio 2018, il governo di Lima istituisce formalmente il parco nazionale. Un’area enorme, oltre 8.000 km2. Più del parco di Yellowstone. Uno spaccato di quella megadiversità amazzonica che vuole proteggere: ha almeno 3.000 specie di piante, 500 specie di uccelli e 550 specie di pesci, oltre a lamantini, delfini di fiume, lontre giganti e scimmie lanose. Vittoria amara, quella del Premio Goldman 2021. Chicaje lo avrebbe dovuto ritirare insieme a Benjamin Rodriguez, il suo compagno di lotta più stretto. Morto lo scorso luglio a causa del Covid.

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