Nel fine settimana i leader UE presenteranno le priorità politiche per l’anno prossimo con la dichiarazione di Granada. Nella bozza, per il momento, crisi climatica, tutela degli ecosistemi e inquinamento sono a malapena citate
Continua ad aumentare l’insofferenza dei Ventisette per il Green Deal
(Rinnovabili.it) – Tra le priorità dell’Unione Europa per il 2024 non ci sono le politiche su clima e ambiente. Dopo 4 anni di Green Deal, non c’è quasi traccia di questi temi nella bozza della dichiarazione di Granada, il documento programmatico che i Ventisette presenteranno nel fine settimana e che darà gli indirizzi politici dell’UE per l’anno a venire.
La bozza è datata 27 settembre e può ancora essere modificata. Ma dall’impostazione è chiaro che le politiche su clima e ambiente sono diventate un tema divisivo e scottante, dopo che da più paesi UE è arrivata la richiesta di congelare, mettere in pausa o addirittura cancellare provvedimenti previsti dal Green Deal. Dalla direttiva sulle emissioni industriali (da allargare anche agli allevamenti) al phase out delle auto endotermiche nel 2035, passando per il dimezzamento dell’uso dei pesticidi, sono molte le misure che hanno registrato sempre più attrito da parte dei Ventisette.
5 ong criticano le politiche su clima e ambiente mancanti
“L’attuale bozza di testo non riesce purtroppo a riconoscere le minacce urgenti poste dalla crisi climatica galoppante, dall’allarmante perdita di ecosistemi e biodiversità e dall’inquinamento. Sorprendentemente, queste sfide vitali non figurano nemmeno tra le cinque priorità considerate dai leader dell’UE e, nella migliore delle ipotesi, ricevono solo una menzione fugace”, lamentano 5 ong paneuropee in una lettera indirizzata ai vertici politici dell’UE.
Le priorità per le politiche su clima e ambiente dovrebbero, invece, aumentare “radicalmente” gli investimenti su clima, ambiente e aspetti sociali, colmare “le lacune di ambizione” con più obiettivi legalmente vincolanti, e rafforzare la governance UE di questi processi assicurando più partecipazione della società civile, sostengono BirdLife, Transport & Environment, European Environmental Bureau, WWF e Climate Action Network.
“Fare marcia indietro sull’impegno dell’Europa per una transizione verde, giusta e socialmente giusta farebbe il gioco di coloro che cercano di destabilizzare l’UE e minarne i valori fondamentali. Metterebbe a repentaglio la competitività dell’Europa nella corsa globale alla sostenibilità e prolungherebbe la dipendenza da regimi autoritari”, avvertono le 5 ong.