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Le politiche di decarbonizzazione post COP21 per l’Italia: un’analisi ENEA

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L’analisi ENEA delle politiche di decarbonizzazione post-COP21 in Italia individua una specializzazione del nostro paese nell’export di alcune tecnologie low-carbon

(Rinnovabili.it) – ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta contribuendo al progetto europeo COP21 RIPPLES, finanziato con circa 3 milioni di euro dal programma UE Horizon2020 e coordinato dall’Institut pour le Developpement Durable. I contributi ENEA sono relativi all’analisi di scenari di decarbonizzazione al 2050 e della competitività industriale dell’Italia per la produzione e l’esportazione di alcune tra le principali tecnologie energetiche low-carbon, come veicoli elettrici e pannelli fotovoltaici. 

Il progetto, a cui partecipano 18 istituzioni di ricerca di dieci Paesi europei e non, ha preso in esame le politiche di decarbonizzazione post-COP21, nazionali e globali. Gli aspetti analizzati sono stati, in particolare, lo sviluppo di tecnologie di innovazione industriale e i flussi finanziari fondamentali per accelerare i processi di decarbonizzazione, verso uno sviluppo sostenibile e in ottica di equità sociale. L’analisi indica come, per gli scenari di contenimento delle temperature al di sotto dei 2°C, tutti i paesi dell’UE dovrebbero perseguire strategie più ambiziose, abbandonando completamente entro il 2050 le fonti fossili, e utilizzando le energie rinnovabili per più della metà della domanda di elettricità quantomeno per Germania, Italia e Spagna. Diversamente in Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca è programmato un aumento dell’utilizzo di energia nucleare da fissione, che altri Paesi, come la Francia, hanno deciso di ridurre o addirittura abbandonare entro il 2025. 

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Per quanto concerne invece le politiche di decarbonizzazione dei trasporti, ossia l’abbattimento previsto, in uno scenario sotto i 2°C, delle emissioni di CO2 dell’85% rispetto ai livelli del 2014 entro il 2050, il COP21 RIPPLES indica come necessario un ricorso sempre maggiore all’elettrificazione e alle batterie di nuova generazione (come le litio-ione). In questo contesto l’Italia è “attualmente specializzata nell’export di alcune tecnologie low-carbon come il solare termico e l’idroelettrico, ma è quasi completamente assente nel settore del fotovoltaico, nei biocarburanti e nel nucleare”, come ha sottolineato Maria Rosa Virdis,ricercatrice ENEA della Divisione Modelli e Tecnologie per la riduzione degli impatti antropici. “Il nostro paese potrebbe ancora giocare un ruolo in nuovi settori come quello della mobilità elettrica, grazie ai recenti piani di elettrificazione con vetture ibride, plug-in hybrid e full electric di un campione nazionale dell’industria automobilistica”. 

Per quanto riguarda nello specifico lo sviluppo di tecnologie per la mobilità elettrica, l’Italia è però un importatore netto e rischia quindi di restare tale anche in uno scenario di rapido sviluppo del settore. Infatti “persiste una sostanziale mancanza di preparazione del sistema industriale italiano a far fronte a questi cambiamenti del mercato”, sottolinea la Virdis. Ma, “per fortuna, si iniziano a registrare cambiamenti di rotta sia a livello di politica industriale che da parte delle grandi imprese”. Per elettrificare almeno la metà della domanda totale di energia per i trasporti in Italia, sarà necessaria una modifica sostanziale negli investimenti e nelle azioni concrete del governo. 

In ogni caso va ricordato che “a livello europeo, non siamo ancora in linea con gli impegni assunti nell’ambito degli accordi di Parigi per la mitigazione del cambiamento climatico”, ha continuato la Virdis. Infatti attualmente la sfida è iniziare a comprendere seriamente “la natura del gap fra impegni presi e obiettivi nazionali a medio-lungo termine e approfondire il dibattito sulle politiche di attuazione a tutti i livelli”. In vista del vertice SolarPower 2020, che si terrà a Bruxelles il 25 marzo, diviene ancora più necessario individuare quali strategie mettere in campo.

Il Green Deal proposto dal Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen rappresenta “un’opportunità per sviluppare una risposta adeguata e concreta agli obiettivi fissati dalla COP21. Per riuscire a rispettare gli accordi di Parigi, quindi, sarà necessario, fin da subito, seguire quelle linee guida indicate dal progetto COP21 RIPPLES, come, per esempio, la promozione di un sistema finanziario Green, il rafforzamento delle politiche di decarbonizzazione al 2030e, in ultima analisi, una revisione della politica industriale partendo proprio da settori fondamentali come quelli legati alla siderurgia e al settore automobilistico.

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