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Politiche climatiche: come ancorarle a sicurezza e competitività?

Politiche climatiche: come ancorarle a sicurezza e competitività?
Foto di Chang Qing su Unsplash

Dall’Eea, 3 proposte per legare politiche climatiche e nuove priorità UE

Anche se a metà luglio il parlamento UE dovesse riconfermare Ursula von der Leyen alla guida della Commissione per un altro quinquennio, l’artefice del Green Deal dovrà cambiare ordine delle priorità: meno ambiente e clima, più industria e competitività. Un percorso già messo nero su bianco dall’Agenda strategica UE approvata a fine giugno dal Consiglio. Dove il capitolo sulle politiche climatiche è subordinato a imperativi come pragmaticità, flessibilità e competitività industriale. E dove la parte sulla sicurezza – energetica, sociale, di difesa – occupa buona parte del documento.

Politiche climatiche, 3 strategie per l’UE

Come ancorare le priorità ambientali e climatiche ad altre priorità emergenti come la sicurezza, la competitività e l’equità, senza perdere di vista l’obiettivo di sostenibilità a lungo termine di “vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”? Una domanda a cui cerca di rispondere l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) rilasciato il 3 luglio. Costruito non a partire da dati e modelli, ma attraverso un esercizio di analisi previsionale (foresight) condotto con esperti di diversa estrazione e sviluppato attraverso la costruzione di possibili scenari futuri.

Le proposte principali sono tre. Primo: l’UE dovrebbe promuovere approcci al benessere sostenibile che vadano oltre i modelli economici incentrati esclusivamente sulla crescita. Più in concreto, si tratta di legare competitività e transizione giusta, in modo tale da far percepire gli investimenti ambientali (e quindi le politiche climatiche) nella loro dimensione strategica per il lungo termine. In questo senso, l’innovazione tecnologica dev’essere accompagnata da una parallela innovazione sociale nella mentalità e negli stili di vita.

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La seconda proposta suggerisce di ampliare la comprensione della sicurezza e della resilienza, includendo non solo gli aspetti militari e di difesa, ma anche “preoccupazioni sociali più ampie come la resilienza ecologica e sociale”. Bisogna quindi integrare le politiche climatiche nelle policy che impattano sulle supply chain e, a monte, sul concetto di autonomia strategica dell’Europa. “Esistono opportunità nel collegare le priorità di sicurezza con la sostenibilità, con il potenziale di ridurre la migrazione legata al clima e la dipendenza dai combustibili fossili”, sottolinea l’Eea.

Infine, la terza proposta propone di ancorare politiche climatiche ai temi della giustizia e dell’equità mettendo l’accento, ad esempio, sulla disuguaglianza sanitaria esacerbata dai rischi ambientali. E mettendo in risalto il potenziale di giustizia che può essere liberato con politiche climatiche che puntano sulla resilienza ai cambiamenti climatici.

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