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Così la Confindustria europea vuole smontare la politica climatica Ue

In una lettera alla Commissione, l’associazione che rappresenta 20 milioni di aziende europee critica gli scenari economici alla base del binomio tra ripresa verde e crescita economica

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La politica climatica di Bruxelles è “troppo ottimista”

(Rinnovabili.it) – L’analisi dei costi e dei benefici fatta dall’Ue per costruire i nuovi obiettivi climatici al 2030 è troppo ottimista. E fatta male. Spara a zero sulla Commissione BusinessEurope, la Confindustria europea. E lo fa in un documento in cui accusa Bruxelles di aver assemblato una politica climatica Ue che, nel complesso, è poco credibile.

Ridotta all’osso, la posizione dell’associazione è questa: così com’è, la legge sul clima Ue non può andare a braccetto con la crescita dell’economia. Perché le valutazioni dei tecnici dell’Unione conterrebbero troppe incertezze. L’ariete per sfondare le mura della politica climatica Ue è, senza troppe sorprese, il Covid-19 e il suo impatto sul continente.

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Nell’analisi costi-benefici che accompagna il piano di obiettivi climatici 2030 della Commissione, secondo la Confindustria europea, “ogni scenario di base è condotto con dati pre-Covid-19 e non tiene conto degli impatti economici” della pandemia. Altro passaggio contestato: secondo l’associazione, i calcoli di Bruxelles funzionano soltanto se la ripresa sarà rapida. Ma non è detto che sia così.

Quindi BusinessEurope puntella la sua argomentazione con un rapporto dell’Iea, l’agenzia internazionale dell’energia. Nel documento si esplorano diversi scenari post-pandemia. E in quello dove si mette in conto una ripresa ritardata, l’agenzia calcola che nel 2030 l’economia globale sarà ancora il 10% più ridotta di quella prima del 2020.

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L’associazione di categoria degli imprenditori che rappresenta 20 milioni di aziende europee se la prende Bruxelles perché avrebbe peccato di poca trasparenza. Infatti, a suo dire il modo in cui è stato costruito il modello impiegato per le proiezioni e la valutazione degli scenari non è stato reso pubblico. “A nostro avviso, occorre un approccio più ampio nell’attuazione del piano di ripresa dell’Europa e concentrarsi molto di più su come trasformare il Green Deal in un vero motore di crescita”, si legge nel documento.

Una posizione annunciata, quella di BusinessEurope, che ha manifestato da tempo la sua opposizione a una politica climatica Ue più ambiziosa. In un appunto interno del 2018, fatto trapelare sui media, l’associazione pianificava di opporsi alle ambizioni climatiche dell’Ue “usando i soliti argomenti” ovvero che l’Unione non può agire da sola. Un modo per ritardare l’adozione di misure più stringenti. E adesso, nella lista dei “soliti argomenti” entra il Covid.