Plasmerà la politica climatica USA agendo su parchi, riserve e il 20% delle terre americane
(Rinnovabili.it) – Joe Biden ha nominato Deb Haaland alla guida del dipartimento degli Interni. Una scelta da molti salutata come storica, perché è la prima volta che una nativa americana fa parte di un gabinetto presidenziale negli Stati Uniti. Ma è soprattutto una indicazione chiara sulla strada che intende percorrere il nuovo presidente americano in materia di ambiente e di politica climatica.
Tutto lascia pensare che si verificherà un’inversione completa nella politica climatica Usa. Almeno su aspetti chiave. Il segretario agli Interni, infatti, ha una giurisdizione molto ampia su diversi dossier sensibili dal punto di vista dell’ambiente.
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Tra i compiti del suo dipartimento rientra la supervisione e la gestione delle terre federali, inclusi parchi e riserve. Qui Biden ha promesso in campagna elettorale di introdurre un bando al fracking, la tecnica di fratturazione idraulica usata per estrarre gli idrocarburi non convenzionali. Ma l’aspetto forse più importante è che il dipartimento ha voce in capitolo anche sui permessi di transito di gasdotti e oleodotti.
Un compito che si intreccia con quello di interfacciarsi con le nazioni dei nativi americani. In molti casi, le grandi infrastrutture energetiche americane hanno violato i diritti dei nativi, scatenando le loro proteste. Il caso del Keystone XL o del Dakota Access sono tra i più recenti e significativi. L’orientamento del dipartimento, visto anche il background di Deb Haaland, sembra essere già scritto.
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La nuova segretaria agli Interni potrà quindi dare una sterzata significativa alla politica climatica di Biden. Tanto più che Haaland, membro del Laguna Pueblo del New Mexico, ha definito il cambiamento climatico come “la” sfida del nostro tempo. Avrà la possibilità di incidere: un quarto di tutte le emissioni americane origina da impianti di estrazione di idrocarburi siti su terreni pubblici. E da deputata del New Mexico, Haaland ha firmato un disegno di legge che impegna Washington a proteggere il 30% delle terre e dei mari americani entro il 2030. Quando varcherà la soglia del dipartimento, si troverà a dover gestire 6,9 milioni di km2 di zone costiere e il 20% di tutte le terre Usa.