(Rinnovabili.it) – Via libera al PNRR italiano. La Commissione Europea ha approvato oggi il Piano nazionale di ripresa e resilienza inviato dal Governo a Bruxelles nel maggio di quest’anno. Il parere positivo, che arriva in parallelo con l’ok concesso a Germania, Lettonia, Slovacchia ed Austria, costituisce un passaggio fondamentale. L’approvazione Ue dei Recovery Plan è la prima condizione chiave per i Ventisette poter accedere al fondo della ripresa. E per il Belpaese significa l’erogazione di 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e di 122,6 miliardi di euro in prestiti nell’ambito del meccanismo RRF. La decisione finale spetta ora al Consiglio che avrà quattro settimane per adottare la proposta della Commissione.
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“Oggi la Commissione europea ha deciso di dare il via libera al piano di ripresa e resilienza dell’Italia da 191,5 miliardi di euro”, ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen. “Questo livello di investimenti senza precedenti, unito a riforme cruciali, aiuterà a ricostruire l’economia italiana e a prepararla per il futuro. Saremo al vostro fianco in ogni fase del percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo”.
La valutazione della Commissione
Bruxelles ha valutato il PNRR italiano sulla base di 11 criteri a loro volta afferenti ai sei pilastri del regolamento UE sul Recovery Fund, ossia: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione, l’infanzia e i giovani.
Criteri soddisfatti stando alla valutazione adottata stamane. La Commissione europea ha sottolineato, tra le altre cose, come il PNRR italiano destini il 37% della spesa totale a misure a sostegno degli obiettivi climatici. Valore esattamente in target con quanto richiesto. Positivo anche l’inserimento di investimenti per finanziare un programma di riqualificazione energetica in edilizia su larga scala e di misure per promuovere l’uso delle rinnovabili e l’idrogeno. “Il piano – sottolinea l’escutevo – pone un accento particolare sulla riduzione delle emissioni di gas serra dei trasporti, con investimenti nella mobilità urbana sostenibile e nelle infrastrutture ferroviarie”.
La valutazione rileva inoltre che nessuna delle misure incluse nel Recovery plan “danneggia in modo significativo l’ambiente”, in linea con i requisiti previsti dal regolamento RRF. E i sistemi di controllo posti in essere dall’Italia sono ritenuti adeguati a tutelare gli interessi finanziari dell’Unione.
“Per investire al meglio i miliardi di euro che arriveranno – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è fondamentale che il Paese abbandoni la logica delle grandi opere faraoniche e punti su una grande opera diffusa di innovazione. La storia recente dell’Italia ci ricorda che i finanziamenti europei […] da soli non bastano, servono anche le competenze nella pubblicazione amministrazione, il rafforzamento dei controlli pubblici e il dibattito pubblico per coinvolgere i territori, oltre a delle profonde e coraggiose riforme come quella sulla decarbonizzazione dell’economia”.