La Commissione UE aveva chiesto almeno il 44% di rinnovabili nel PNIEC della Francia
Se passerà l’esame della Commissione UE, il PNIEC della Francia riceverà un 6 politico. Parigi ha inviato il 10 luglio a Bruxelles il suo Piano dove, finalmente, indica l’obiettivo per le rinnovabili sul consumo finale lordo di energia. Finora il governo francese si era sempre rifiutato di inserirlo, nonostante fosse richiesto dalla direttiva RED III. E si trincerava dietro un più fumoso target sulle fonti “low carbon”, un modo per tenere sotto lo stesso cappello anche il nucleare. Ma il target per le FER presente nella versione finale è molto più basso di quanto Bruxelles si aspettava.
PNIEC Francia, rinnovabili al 41,3% entro il 2030
Il PNIEC francese esprime il nuovo obiettivo in termini di produzione. E fissa la quota delle rinnovabili sul consumo energetico finale a 570 TWh su 1.381 TWh complessivi. In altri termini, le fer entro fine decennio dovrebbero salire al 41,27% circa. Secondo gli ultimi dati consolidati di Eurostat, relativi al 2022, la quota di fer d’oltralpe arriva al 20,26%.
Si tratta di numeri più bassi anche della soglia minima stabilita con la revisione della direttiva RED. La nuova normativa prevede che il target – vincolante – a livello europeo salga dal 32% stabilito dalla RED II ad “almeno” il 42,5%, con un impegno collettivo a raggiungere il 45% entro il 2030.
Inoltre, l’obiettivo francese è significativamente più basso di quello suggerito dalla Commissione stessa. Nelle raccomandazioni inviate sulla base della 1° bozza del PNIEC francese, l’esecutivo comunitario chiedeva di “aumentare significativamente l’ambizione di una quota di fonti energetiche rinnovabili almeno al 44% come contributo all’obiettivo vincolante di energia rinnovabile dell’Unione per il 2030”. D’altro canto, la Francia raggiungerà solo quest’anno quota 23%, come richiesto dalla RED II: in ritardo di 4 anni.
Più in dettaglio, sul fotovoltaico Parigi conta di accelerare il ritmo delle nuove installazioni ad “almeno” 5,5 GW annui con un obiettivo di 7 GW l’anno, bilanciando tra rooftop C&I, residenziale e utility-scale a terra. Il PNIEC Francia cita anche più supporto all’agrivoltaico e la rapida identificazione delle aree di accelerazione, oltre a “patti sulle rinnovabili” specifici per ogni settore industriale. Sull’eolico onshore, il target è fissato a 1,5 GW l’anno, mentre per l’eolico offshore Parigi punta a 18 nuovi GW entro il 2035 di cui già 8-10 entro il 2026.
Il nucleare nel Piano Energia Clima 2030 francese
Il PNIEC Francia conferma poi la linea del governo sul rilancio del nucleare discussa negli ultimi anni. Il Piano cita tre coppie di nuovi reattori EPR2 in capo all’utility statale EDF, la cui decisione finale d’investimento è attesa per il 2025. Ed entro il 2026 valutare l’espansione della flotta con altri 8 reattori, sempre EPR2.
A fianco delle nuove installazioni, Parigi conta di proseguire le valutazioni sull’estensione della vita operativa degli impianti nucleari esistenti oltre i 50 anni e anche oltre i 60 anni. Entro il 2030, dalle centrali più datate, il target è raggiungere una produzione sui 400 TWh (includendo il sito di Flamanville).
C’è poi il capitolo SMR. Sui mini-reattori modulari – tanto cari anche al governo italiano che ne ha fatto il perno dello scenario nucleare inserito nel PNIEC 2030 dell’Italia – Parigi è piuttosto cauta. Il PNIEC parla solo di raggiungere il target del progetto Nuward, con un SMR operativo al 2030. A cui si aggiunge almeno un prototipo di un reattore più innovativo, sempre per fine decennio.
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Leggi qui il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima della Francia