Rinnovabili

L’Italia ha inviato il nuovo PNIEC 2030 a Bruxelles

PNIEC 2030: Italia invia testo definitivo a Bruxelles
Foto di Mariana Proença su Unsplash

Nel PNIEC 2030, l’Italia deve arrivare a 131 GW di FER

Ribaditi gli obiettivi sulle rinnovabili e l’importanza dell’idrogeno e biometano. Confermato il capitolo sulla cattura e stoccaggio della CO2. E introdotto ex novo il nucleare. Sono i tratti salienti della versione definitiva del PNIEC 2030 che il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha inviato oggi a Bruxelles, rispettando la scadenza comunitaria. Un pacchetto di obiettivi assemblato con “grande pragmatismo” che supera gli “approcci velleitari” del passato mettendone in campo uno “realistico e tecnologicamente neutro”, rivendica il MASE. Roma aveva inviato una bozza del nuovo PNIEC alla Commissione a luglio 2023.

“È un Piano che abbiamo condiviso con i protagonisti della transizione, che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap, ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni”, sottolinea il titolare del MASE, Gilberto Pichetto. “Cito in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile”.

PNIEC 2030, confermati gli obiettivi FER

L’Italia aveva inviato all’UE, a luglio 2023, una prima bozza dell’aggiornamento del PNIEC 2030. Rispetto a quella versione la capacità totale installata di rinnovabili a fine decennio resta invariata. Nel complesso il Belpaese dovrà arrivare a 131 GW, di cui 79,2 GW da fotovoltaico, 28,1 da eolico, 19,4 da idroelettrico, 3,2 GW da bioenergie e 1 GW dalla geotermia. Su quest’ultima fonte, il MASE specifica che l’obiettivo potrebbe essere alzato in caso di “raggiungimento di un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo”.

Sul fronte dell’efficienza energetica, il MASE rivendica una “importante” riduzione dei consumi di energia primaria e finale realizzata con le misure introdotte negli ultimi 2 anni, ma per il raggiungimento degli obiettivi, “innalzati in considerazione dello scenario di crescita del prodotto interno lordo”, bisognerà “continuare a lavorare”. È traguardato invece l’obiettivo relativo ai risparmi annui cumulati nei consumi finali tramite regimi obbligatori di efficienza.

Emissioni, sopra i target UE

Il governo conferma anche la volontà di superare, in alcuni casi, i target UE sulle emissioni. Rispetto all’obiettivo fissato dal pacchetto Fit for 55 da Bruxelles per le emissioni di gas serra coperte dal sistema ETS, cioè -62% al 2030, l’Italia punterà a ridurle del 66% rispetto ai livelli del 2005.

Nei settori non assoggettati al mercato del carbonio comunitario, invece, il MASE punta il dito contro “target europei ad oggi ancora troppo sfidanti”. Nonostante un miglioramento degli indicatori per alcuni ambiti, la decarbonizzazione di edifici, trasporti e agricoltura richiederà “ulteriori energie”.

Biocarburanti, biometano e idrogeno

Il PNIEC 2030 include poi capitoli dedicati a produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno, all’utilizzo di biocarburanti “che già nel breve termine possono contribuire alla decarbonizzazione del parco auto esistente”, citato insieme alla diffusione delle auto elettriche e alla riduzione della mobilità privata.

Sull’idrogeno, il PNIEC incorpora anche il progetto di sviluppare nuove connessioni per il trasporto di “gas rinnovabili”, punto centrale del piano del governo Meloni di fare dell’Italia un hub energetico europeo (innanzitutto del gas fossile, a dire il vero, benché i progetti in discussione siano H2-ready) e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell’area mediterranea.

La versione definitiva del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima conferma poi l’inserimento di un capitolo sulla cattura e stoccaggio di CO2, assente nella prima versione del 2019-2020, il ruolo delle ristrutturazioni edilizie e dell’elettrificazione dei consumi finali, da conseguire in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore.

Novità nucleare nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dell’Italia

La vera novità del PNIEC 2030 è l’introduzione di un ruolo non di poco conto per l’energia dall’atomo. Il governo sancisce, di fatto, la volontà di ritornare al nucleare in tempi non brevissimi, ma avviando subito una serie di azioni funzionali a questo obiettivo.

Una specifica sezione del piano è dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e alle ipotesi di scenario “in cui si dimostra da un punto di vista tecnico-scientifico la convenienza energetica ed economica di avere una quota di produzione nucleare, in sinergia e a supporto delle rinnovabili e delle altre forme di produzione di energia a basse emissioni”, recita una nota del MASE.

Nucleare che, secondo questi scenari, potrebbe fornire circa l’11% del mix nazionale nel 2050, “con una possibile proiezione verso il 22%”. L’accento qui è soprattutto sulla fissione ma viene lasciata aperta la porta anche alle tecnologie di fusione. Per la fissione, la data di avvio delle prime nuove centrali nucleari in Italia potrebbe aggirarsi attorno al 2035.

Scarica QUI il testo del nuovo PNIEC 2030 definitivo

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